Altamura è tra le città in cui si è costruito maggiormente nonostante il rischio frane. A dirlo è Il Sole 24 Ore che – in base agli ultimi dati compilati dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) aggiornati al 2019 – ha diffuso una mappa per evidenziare quanta parte del suolo nazionale è stato consumato nelle aree in cui il pericolo di frane è maggiore. Secondo i numeri forniti nel rapporto, in città la percentuale del suolo consumato nelle aree a maggior rischio è del 88%. Per “consumo di suolo” si intende un incremento della copertura artificiale di terreno, legato alle dinamiche insediative. Un processo prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici e infrastrutture, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio.
«Nonostante conosciamo ormai con una certa precisione dove è più probabile che le frane avverranno, girando lungo l’Italia troviamo diversi comuni, grandi e piccoli, in cui il suolo è stato consumato nonostante il rischio franoso sia molto elevato» si osserva nel rapporto pubblicato dall’importante quotidiano economico. In effetti nella nostra zona la situazione non è tra le migliori: Bari ha il 39% del suolo consumato. Tra le città pugliesi va bene a Barletta (7%), Trani e Corato, il 33%, mentre Ruvo il 51%, Bisceglie il 49% e Giovinazzo (83%) e, appunto, Altamura (88%). A un livello crescente di pericolo dovrebbero ovviamente corrispondere vincoli urbanistici più stringenti.
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