L’Associazione Ospitalità Religiosa nel fine estate ha chiesto a oltre tremila gestori di case religiose e no-profit un primo bilancio e ha deciso di diffondere i dati. Il commento ai numeri è di Fabio Rocchi, presidente dell’Associazione: “Un primo raffronto è stato fatto con l’estate 2020 e le presenze nell’ospitalità religiosa segnano in media un +29%. Tra i gestori, l’86% ha registrato un incremento, mentre il 14% lamenta ancora un calo anche quest’anno”. I gestori prendono come riferimento il 2019, anno ritenuto normale per un Paese che offre ai visitatori culture e tradizioni millenarie. Rispetto all’ultima annata pre-Covid, due gestori su tre hanno dichiarato meno presenze durante l’estate, mentre i restanti vivono con soddisfazione un rincuorante aumento. L’estate volge al termine, ma i luoghi religiosi richiamano visitatori durante tutto l’anno, in ragione di cerimonie e celebrazioni specifiche. E intanto c’è chi tra i gestori vive il 2021 come l’anno giusto per rivedere alcuni aspetti organizzativi, un’occasione per mantenere il sistema competitivo nell’industria delle vacanze. “Pur considerando la tara dell’emergenza sanitaria, la maggior parte degli operatori ritiene l’andamento della stagione estiva 2021 accettabile se non addirittura ottimo o eccellente. Non manca però chi esprime una valutazione insufficiente (22%) o addirittura deludente (5%)”, conclude Rocchi. Ma siamo solo ai primi di settembre.
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