Come riporta Michele Esposito per Ansa: ‘Archiviato, o quasi, l’epocale dossier sull’obbligo del Green Pass a tutti i lavoratori, per il premier Mario Draghi si apre, di fatto, la fase due del suo governo. E si apre nel segno della polemica su uno dei temi più caldi dell’autunno: la riforma del fisco. Sulla delega, nei prossimi giorni, il Mef e Palazzo Chigi accelereranno dopo le cautele delle ultime settimane visto che la riforma, nel cronoprogramma iniziale del Pnrr, era indicativamente prevista prima della pausa estiva. Ma il tema è spinoso, i partiti ribollono e la amministrative del 3 e 4 ottobre rendono ogni intesa in maggioranza più faticosa. L’ipotesi, spiegano fonti di governo, è che l’esecutivo metta in campo una riforma inizialmente più ‘”light” a partire dal tema più divisivo: il catasto. L’intenzione di Draghi e dell’esecutivo sarebbe quella di fare solo un primo passo sul catasto, nella riforma del fisco. Inserendo nella delega dei principi ispiratori che si limitino ad indicare la direzione verso la quale l’esecutivo vuole andare su un tema, quello del valore degli immobili, che attende una riforma dal 1989.
Anche sui tempi il premier è incline ad esercitare una certa prudenza. Stando agli ultimi aggiornamenti il Consiglio dei ministri della prossima settimana sarà chiamato a varare, certamente, il decreto da 3,5 miliardi contro il caro-bollette. La riforma del fisco, probabilmente, finirà sul tavolo di Palazzo Chigi ma non è improbabile che il via libera del Cdm arrivi solo nella settimana successiva. Allo stesso tempo Draghi non ha alcuna intenzione di rinviare sine die il dossier. I “guardiani” del Next Generation Eu, a Bruxelles, restano vigili e entro la fine dell’anno arriveranno le pagelle europee su questa iniziale fase d’attuazione del Pnrr italiano. Il centrodestra, nel frattempo, scalpita. Casus belli la rivalutazione dei valori catastali che, fino a qualche giorno fa, il governo aveva pensato di inserire nella riforma. Due, innanzitutto, i rischi da evitare: un nettissimo aumento dell’Imu sulla seconda casa e un gonfiamento dell’Isee. “Per aumentare le tasse basta un Monti qualunque, non sta né in cielo né in terra aumentare quelle sulla casa”, avverte un Matteo Salvini che, dopo l’ok al super Green Pass, difficilmente incasserebbe una riforma del fisco a lui indigesta. Anche perché, questa volta, il leader della Lega vede al suo fianco tutto il suo partito ed anche Forza Italia. “Quando si parla di riforma del catasto non vorrei che la sinistra pensasse di infilare nuovi balzelli sugli immobili”, avverte il coordinatore azzurro Antonio Tajani. “Non è il momento di patrimoniale mascherate”, gli fa eco Anna Maria Bernini. E anche la titolare degli Affari Regionali Maria Stella Gelmini chiede un supplemento di riflessione: “se riforma del catasto deve essere, deve avvenire a parità di gettito”.
Il Pd, per ora, mantiene un basso profilo mentre Leu, con Federico Fornaro, insiste sull’ “ineludibilità” della riforma. “Chi oggi non vuole toccare nulla, in realtà, difende l’indifendibile: case del centro di Roma ad esempio che hanno un valore catastale inferiore ad abitazioni dell’estrema periferia della città”, avverte il capogruppo alla Camera. Il M5s, con il viceministro al Mef Laura Castelli si concentra su altri aspetti della delega. “Sarà incentrata sulla riduzione della pressione fiscale, soprattutto per il ceto medio e su un processo di digitalizzazione e di semplificazione che guardi agli autonomi”, spiega.
Draghi, nei prossimi giorni prenderà in mano il dossier e allo stesso tempo, avvierà anche la cabina di regia per il coordinamento e il monitoraggio del Pnrr, con il coinvolgimento degli enti locali. E solo dopo – presumibilmente all’inizio di ottobre – toccherà alla concorrenza. Ma la strada delle riforme non si ferma. “Lo Stato e la macchina amministrativa della Repubblica hanno molte debolezze. E’ necessario uno sforzo collettivo per la riparazione della macchina dello Stato”, spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli’.
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