Gli effetti della fattura elettronica, introdotta nel 2019, e dello split payement, introdotto nel 2015 e poi esteso nel 2017, stanno favorendo la riemersione di valore aggiunto prima sottratto al fisco. E’ quanto emerge dalla “Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione e contributiva” redatta dal Ministero dell’Economia, allegata alla Nadef (Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza). La Relazione evidenza come secondo le stime, ancora provvisorie, nel 2019, il valore provvisorio del tax gap complessivo, derivante dalla somma dei gap calcolati per le singole imposte ammonta a 80,4 miliardi di euro, in riduzione rispetto al valore stimato per il 2018, a sua volta pari a 85,3 miliardi di euro. Questa riduzione “appare ascrivibile quasi esclusivamente all’ulteriore calo del gap dell’IVA, sia in termini assoluti sia in termini relativi”. Se queste prime stime verranno confermate, per la prima volta la serie storica della propensione al gap dell’IVA si ridurrebbe sotto la soglia “simbolica” del 20 per cento. A novembre, le stime del 2019 saranno aggiornate, se per allora il sommerso legato ai contributi e all’Irpef del lavoro dipendente illegale si confermerà in linea con il 2018, il tax gap fiscale e contributivo potrebbe scendere sotto i 100 miliardi.
Scopri le ultime notizie in tempo reale. News e aggiornamenti su politica, cronaca, lavoro, economia, attualità e molto altro su www.supersud.it