“Chi mi conosce sa quanto mi sia battuto sulle parole: oggi non parliamo più di infrastrutture, ma parliamo di infrastrutture sostenibili. Non possiamo più parlare solo di infrastrutture: o sono sostenibili o non sono. Questa è una scelta culturale molto forte, perfettamente coerente con il cambio di nome che ho voluto dare al ministero”. Così il ministro delle infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini alla conferenza ‘Infrastrutture sostenibili: un bene comune’. “Non possiamo più permetterci uno sviluppo insostenibile come non possiamo più permetterci infrastrutture insostenibili”.
L’Italia sulle infrastrutture sconta dei “ritardi”, di cui “dobbiamo prendere atto”: “negli ultimi 20 anni c’è stato un ritardo negli investimenti notevolissimo, dal 2009 al 2018 investimenti pubblici si sono ridotti del 34 % da 58 a 38 mld investimenti. E tutto questo si ripercuote sulla crescita del paese”, ha detto Gaetano Miccichè, chairman della Divisione IMI Corporate&Investment Banking di Intesa SanPaolo. “Bisogna darsi delle priorità”, ha aggiunto, “adesso siamo di fronte a un periodo molto impegnativo che speriamo possa essere altamente roseo”. Intervenendo alla conferenza organizzata da Intesa Sanpaolo a Villa Aurelia, a Roma, la ministra per il sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, ha sostenuto che “il Pnrr rappresenta un cambio di paradigma importante. Stiamo costruendo le condizioni per fare del Mezzogiorno nei prossimi 5-10 anni un nuovo terreno fertile per gli investimenti, un habitat naturale favorevole all’attività di impresa, che le imprese scelgono per creare valore e lavoro, sapendo di poter contare su due grandi risorse: una rete logistica efficiente e moderna e uno Stato alleato”. “Chi mi conosce sa quanto mi sia battuto sulle parole: oggi non parliamo più di infrastrutture, ma parliamo di infrastrutture sostenibili. Non possiamo più parlare solo di infrastrutture: o sono sostenibili o non sono. Questa è una scelta culturale molto forte, perfettamente coerente con il cambio di nome che ho voluto dare al ministero”. Così il ministro delle infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini alla conferenza. “Non possiamo più permetterci uno sviluppo insostenibile come non possiamo più permetterci infrastrutture insostenibili”. Nel suo intervento Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro ha sostenuto che “la riforma fiscale non è una parte strutturante del Pnrr ma è un percorso connesso e parallelo. E’ senz’altro una riforma essenziale tra quelle strutturali, tra gli elementi su cui occorre intervenire per rendere il nostro paese più dinamico. Ci sono evidenze sul fatto che l’attuale sistema tributario è un ostacolo alla crescita economica sostenibile”. Rivera ha ricordato tra le criticità il fatto che ci sia “un’elevata aliquota implicita sul lavoro, ci sono delle aliquote marginali effettive troppo superiori alla media, e poi la complessità del sistema tributario italiano determinato da una stratificazione di norme. Su questo – ha ricordato – il cdm è recentemente intervenuto con un ddl delega”. “Noi abbiamo un problema serio, industriale. Ci mancano 100 mila persone. Fare il Pnrr significa avere 100 mila persone pronte per lavorare. Non ci stanno. 25 mila specializzati, persone specialisti, non ci sono. Questo è il tema da affrontare, non i funzionari nella p.a”, ha detto dal canto suo Pietro Salini, a.d. di WeBuild. “Prevediamo che nei prossimi 10 anni dovremmo lavorare come Fs su ritmi di investimento di 10-12 miliardi l’anno. È un grosso salto, dentro questi investimenti non ci sono solo le opere ma treni, tecnologia, manutenzione; è una grande sfida che anche in casa nostra presuppone una accelerazione e lo sviluppo delle competenze”, ha affermato l’a.d. di Fs Luigi Ferraris alla conferenza organizzata da Intesa Sanpaolo.