Secondo le stime dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), nonostante il calo sulla produzione del 9%, l’Italia continua a mantenere la cima della classifica, con una produzione di 44,5 milioni di ettolitri, seguita dalla Spagna che subisce una diminuzione del 14% e dalla Francia, che perde il 27% della produzione, posizionandosi al terzo posto. L’andamento climatico di quest’anno, ha diviso il mondo in due: così nell’Emisfero Sud, si sono registrati volumi da record, mentre nell’Emisfero Nord e soprattutto nell’Unione Europea, si sono registrati cali imponenti a causa del clima particolarmente negativo. Secondo l’OIV la produzione del 2021 si attesterà “solamente” sui 250 milioni di ettolitri, con un calo del 4% rispetto al 2020 e del 7% rispetto alla media degli ultimi venti anni. Per il terzo anno consecutivo la produzione mondiale di vino è al di sotto delle sue medie storiche. Queste sono le previsioni dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) in base alle prime stime raccolte in 28 paesi che rappresentano l’85% della produzione mondiale nel 2020. Oiv precisa che “l’impatto di questa caduta per il settore vinicolo globale deve ancora essere valutato, dato l’attuale contesto in cui la pandemia di Covid-19 sta ancora generando un grado relativamente elevato di volatilità e incertezza”. In calo la produzione di vino anche in Grecia e Slovenia con -26% ciascuna, in Croazia (-13%) e in Austria (-4%). Di tendenza inversa l’annata per la Germania (+4% a 8,8 milioni di ettolitri), per l’Ungheria (+6%), e la Bulgaria (+7%). Più o meno invariate le produzioni di Portogallo (-1% a 6,5 milioni di ettolitri) e della Repubblica Ceca (+2%).
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