L’Italia è al penultimo posto in Europa per l’occupazione femminile, che è del 20% più bassa rispetto a quella maschile. Solo il 28% dei manager è donna. E solo il 16% delle donne ha accesso alla formazione Stem (Scienze, tecnologia, ingegneria e matematica), contro il 35% degli uomini. In Italia appena 13 start up innovative su 100 sono a conduzione femminile. Per questo motivo Tutored, Asus e Polihub hanno deciso di creare il progetto Empow[h]er, una rete di supporto gratuito in grado di aiutare le studentesse universitarie e neolaureate che hanno un’idea e che vogliono metterla in pratica. Il percorso sarà articolato in nove appuntamenti cadenzati nell’arco di quattro mesi. A tenere i corsi saranno specialisti del settore: imprenditori, business angel e manager che potranno trasferire alle studentesse le competenze acquisite sul campo. Arrivate alla fine del percorso, le aspiranti imprenditrici avranno la possibilità di illustrare (sia individualmente che in gruppo) la propria idea di start up davanti a esperti del settore che, a loro volta, potranno decidere di finanziare il progetto e avviare la start up. Coloro che invece non arriveranno alla fase finale riceveranno comunque un attestato e, soprattutto, avranno la possibilità di presentarsi nel mondo del lavoro con un importante bagaglio di competenze specifiche. Le interessate possono iscriversi al corso attraverso il seguente link: https://opportunita.tutored.me/empowher. Proprio per colmare il divario di genere, nasce l’Osservatorio sul gender gap promosso da Associazione Donne 4.0 che si pone l’obiettivo di verificare costantemente l’attenzione a questo tema nell’implementazione del Pnrr. L’Osservatorio farà le sue valutazioni sulla base degli indicatori più importanti (Key Performance Indicators) individuati dall’Associazione Donne 4.0 per monitorare l’impatto positivo del Pnrr sull’occupazione femminile in ambito digitale: l’azzeramento, entro il 2026, del gender gap per l’accesso a internet e l’azzeramento del divario di genere nelle competenze digitali di base, senza cui non può esserci partecipazione attiva e protagonismo civile e sociale delle donne; l’inserimento di una clausola di condizionalità nei bandi con quote del 30% di donne nelle assunzioni del Pnrr relative a progetti di investimento nel digitale. E ancora: misure premiali nei bandi Pnrr per imprese ed enti che certifichino la presenza del 35% di donne nei team di creazione e sviluppo di progetti digitali; l’incremento, entro il 2026, dell’occupazione delle donne nel settore Ict al 35% e il raggiungimento della parità, ovvero il 50%, entro il 2030; il raggiungimento, entro il 2026, del 45% di donne presenti nei Cda di imprese quotate, il 40% di donne nei Cda di imprese private e pubbliche non quotate e il 35% di donne in posizioni apicali, per riconoscerne concretamente l’autorevolezza nei contesti decisionali – pubblici e privati – del mondo digitale; il raggiungimento di una quota del 45% di donne nei tavoli decisionali per la creazione di piattaforme di smart city, smart economy e smart environnement e la certificazione di genere obbligatoria nelle aziende tecnologiche.
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