L’83% delle pmi cerca profili tecnici e 4.0 ma più della metà non li trova. Il passaparola resta il canale più utilizzato. E’ quanto emerge dal Market Watch di Banca Ifis secondo cui il clima di incertezza scoraggia solo il 10% delle imprese. Le persone restano al centro dei piani di crescita e sviluppo delle pmi italiane. Anche nel pieno della pandemia le pmi hanno cercato di attrarre persone e sviluppare competenze per gestire la trasformazione digitale che sta ridefinendo le tecniche produttive e le relazioni con i clienti. Accanto ai profili tecnici, sono ambiti quelli digitali e, in particolare, specializzati in tecnologie 4.0. Ai candidati sono tuttavia richieste competenze trasversali come: saper lavorare in team, essere flessibili, risolvere problemi. E il divario tra domanda e offerta rimane ampio e per i profili tecnici oltre la metà delle pmi oggi non riesce a trovare personale. Il dato positivo è che il clima di incertezza pandemico ha scoraggiato nello scouting solo il 10% delle Pmi. In generale, il 59% delle pmi ha bisogno di nuove competenze legate alle tecniche di produzione specifiche per il proprio settore; il 28% di collaboratori in grado di gestire soluzioni digitali; il 26% di profili amministrativi e il 24% di soggetti specializzati nell’industria 4.0. Per l’8% sono servono risorse esperte nell’area Smac (social, mobile, analytic, cloud). Nel prossimo triennio, le figure esperte di tecniche produttive rimarranno le più ricercate (42%), seguite da quelle che possono contare su competenze digitali e 4.0 (entrambe al 39%). Molto ricercate anche le cosiddette soft skill, ovvero quelle capacità relazionali o di comunicazione in grado spesso di fare la differenza all’interno di un gruppo, e che pesano in media per quasi la metà (45%) nel profilo tipo ricercato dalle aziende.
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