Energia a caro prezzo: dal primo gennaio il gas farà un balzo del 50% e l’elettricità del 17 per cento, o forse ben oltre, aggiungendo una spesa per le famiglie di 1.200 euro annui, come stimano Nomisma e l’associazione Consumerismo. In effetti il Governo ha stanziato 3,8 miliardi di euro, ma la coperta, a quanto pare, è troppo corta. Si aggiunga che il decreto è ancora all’esame del Cdm, è ripartito su un arco abbastanza lungo, trimestrale, e non è affatto chiaro se il tesoretto di Stato dovrà anche fronteggiare altre e molteplici emergenze create dal Covid. E la Gdo? La Gdo, come molti altri settori, è ad altissimo rischio, in quanto si avvia al raddoppio dei costi energetici causati dal caro materie prime fossili. A metterlo in evidenza è Energred.com, energy service company impegnata nel sostenere la transizione energetica delle Pmi italiane, con un particolare focus sulle rinnovabili e sul solare fotovoltaico. L’aumento, per la distribuzione, è già stato del 33% nel 2021 e il conto salirà ancora, fino all’89%, nel 2022, assicurano gli analisti della società. L’impennata non si fermerà neanche negli anni successivi, con una media in salita del 39% fino al 2030 e un fortissimo impatto sui margini operativi lordi, che scenderanno del 22% nel 2022 e poi del 12% ogni dodici mesi, fino al 2030. La ricaduta si farà sentire anche in termini di inflazione dei prezzi dei prodotti (+1% annuo), pari a 50 euro a famiglia. «Per il solo periodo natalizio, a causa degli ultimi rincari, l’aumento è quantificabile in 20 euro a famiglia. In Italia non esistono settori che rimarranno indenni dalle dinamiche globali che influiscono sui prezzi dell’energia elettrica – sottolinea Moreno Scarchini, amministratore delegato di Energred.com -. La soluzione è accelerare sulla generazione distribuita da rinnovabili, in particolare sul fotovoltaico in autoconsumo, una tecnologia che è in grado di dare una capacità di resistenza alle nostre imprese e tutelare i consumatori, come nel caso della Gdo, riducendo allo stesso tempo gli impatti ambientali in modo significativo» Quali sono i punti più caldi della ricerca? «L’analisi dei prezzi dell’energia a medio e lungo termine di EnergRed mostra come, nel 2022, dovremo attenderci un costo della materia prima molto più alto del 2021: 160 euro al MWh contro i 112 euro dell’anno precedente – risponde Giorgio Mottironi, direttore marketing di Energred.com, che è anche autore dello studio sulla moderna distribuzione -. Tali valori si rifletteranno su prezzi finali dell’energia elettrica, che per la Gdo si alzerà di circa 228 euro al MWh nel 2022 e di circa 174 in media annua per il decennio 2021-30». Il retail vedrà dunque quasi un raddoppio di questa voce di costo nel 2022 (da 0,9 miliardi di euro a 1,7, +89% appunto) e un incremento stabile (circa 1,28 miliardi annui, +39%) nel decennio 2021-30. L’incidenza dei costi energetici sul fatturato passerà dallo 0,9% all’1,3%, con una drastica riduzione dei margini operativi lordi specie per le catene più piccole. Secondo Energred, però, l’introduzione del fotovoltaico potrebbe assorbire una larga parte di tali contraccolpi, garantendo un prezzo omnicomprensivo dell’energia di circa 112 euro al MWh, senza bisogno di investimenti, o spese gestionali. «Con una quantità media di 300-450 kWp a punto vendita, i risparmi derivanti dall’adozione del fotovoltaico in autoconsumo avranno un valore, per la Gdo, di circa 0,31 miliardi di euro nel 2022 e di 0,17 nel decennio 2021-30», conclude Mottironi. Questo ammortizzatore rappresenterebbe non solo un elemento di maggiore competitività in un settore dai margini compressi, ma anche una possibile soluzione per evitare che gli aumenti si ribaltino sui clienti finali. Infine, i vantaggi ambientali, derivanti da una piena adozione del fotovoltaico da parte della grande distribuzione organizzata, sarebbero altrettanto importanti: fino a 1,42 Mton CO2 all’anno di riduzioni, pari all’1,8% del totale delle emissioni italiane derivanti dalla generazione elettrica.
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