“Operare in perfetta sinergia tra le forze di polizia; fare controlli approfonditi in materia di appalti, forniture ospedaliere sulle ditte che si presentano e che presentano i loro profili e continuare a seguire il buon andamento della pubblica amministrazione secondo criteri di economicità, efficacia ed efficienza”. Sono questi gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine per contrastare i presumibili tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nella gestione dei fondi del Pnrr destinati alla sanità. A sottolinearlo è stato il generale Paolo Carra, comandante dei carabinieri Tutela della salute, intervenuto a Catanzaro al convegno “Holding ‘ndrangheta: l’affare sanità”, organizzato nell’ambito delle iniziative promosse per il trentennale della nascita della Direzione investigativa antimafia. Dopo i saluti del direttore della Dia Maurizio Vallone e delle autorità, tra le quali il senatore Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, secondo il quale “la politica ha il compito di prevenire la magistratura, cui spetta solo il compito repressivo”, è intervenuto il vicedirettore tecnico operativo della Dia Nicola Altiero che ha evidenziato come la crisi pandemica ha rappresentato per le cosche “una grande opportunità con interessi sulle forniture di materiali e presìdi, ma anche con lo smaltimento. L’interesse della Dia – ha aggiunto Altiero – è adesso concentrata su come la criminalità organizzata tenterà di infiltrarsi nei fondi del Pnrr e la Dia ha suggerito alcune specifiche linee di azione”. E’ stata quindi la volta dell’ex commissario alla sanità della Calabria, il prefetto Guido Longo, che ha evidenziato come “sia bello e giusto parlare di ‘ndrangheta ma cosa diversa è confrontarsi con questa organizzazione criminale. E’ terribile e molto pericolosa. E quando ho assunto l’incarico ne ero consapevole, conoscendola bene per avere diretto la Squadra mobile di Reggio Calabria e avere fatto il prefetto a Vibo Valentia”. “Nel settore della sanità – ha aggiunto Longo – uno dei problemi principali è la gestione del contenzioso, che se non trattata bene aumenta la spesa. Avevo dato una soluzione al ministero, e cioè gestire separatamente il debito pregresso dalla gestione corrente. Nelle Aziende sanitarie di Reggio e Cosenza, i bilanci mancano almeno dal 2015. Tutto ciò si combatte con gente capace che ha voglia di lavorare e non ha altri interessi. Poi ci vuole un aiuto normativo del Governo. Se siamo nella situazione attuale è perché per decenni tutti hanno sottovalutato tutto”. Il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Capomolla, intervenuto in sostituzione del procuratore Nicola Gratteri, assente per un impegno improvviso, ha sottolineato come “gli strumenti messi in campo dal legislatore contro la criminalità organizzata sono all’avanguardia in Europa e nel mondo. Le condizioni di operatività della criminalità organizzata – ha aggiunto – sono il marasma e la mollezza. E spesso negli enti territoriali l’incompetenza caratterizza la burocrazia. Inoltre, senza un atteggiamento collusivo, la criminalità organizzata non potrebbe esercitare il controllo”. Accanto alla repressione, dunque, per Capomolla “ci deve essere un costante recupero delle competenze, anche con sistemi di reclutamento non clientelare”. Per sconfiggere la ‘ndrangheta occorre avviare un percorso sin dalle scuole e non bisogna usare la criminalità organizzata – “che fa schifo” – come alibi per non fare. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. “Lo Stato – ha aggiunto Occhiuto – deve assicurare i diritti attraverso tutte le sue articolazioni, non solo con le forze dell’ordine. Anche durante il commissariamento della sanità lo Stato ha abbandonato la Calabria. Il commissariamento è stato deciso per i disastri della politica, di centrodestra ve centrosinistra, è vero, ma sono stati nominati commissari che non si erano mai occupati di sanità e che sono stati abbandonati a loro stessi”. Per Occhiuto, il vero vantaggio della ‘ndrangheta è dato “dalle amministrazioni pubbliche che non riescono ad organizzare bene i servizi alle persone. La ‘ndrangheta si radica dove tutto viene abbandonato a se stesso. Il modo migliora per combatterla non è parlarne ogni giorno, ma fare quotidianamente il proprio dovere nelle svolgimento delle funzioni a cui si è chiamati. Fare il proprio dovere è l’arma più forte per sconfiggere la criminalità organizzata”.
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