L’Istat ha aggiornato le serie storiche per tener conto del calo della popolazione generale e dunque di quella attiva. Così, anche se il tasso di occupazione è tornato al livello di febbraio 2020, in numeri assoluti gli occupati sono 22,7 milioni contro i 23,032 di febbraio 2020. Intanto il mercato continua a spostarsi verso un incremento relativo del precariato: nell’ultimo mese del 2021 i contratti a termine hanno raggiunto quota 3,077 milioni, livello che storicamente è stato superato solo una volta nel maggio 2018. Quanto all’andamento del gap di genere, il mese degli acquisti natalizi ha visto salire solo l’occupazione femminile (+54mila), conseguenza della forte ripartenza dei servizi, mentre gli occupati uomini calavano di 52mila. Il tasso di occupazione delle donne sale così al 50,5%. Ma, come visto, si tratta di ingressi al lavoro con posti precari che in molti casi (molto più che per gli uomini) sono anche part time, con quel che ne deriva sul fronte degli stipendi. Anche l’altro divario, quello tra giovani e over 50, a dicembre si è ristretto per effetto di un aumento degli occupati 25-34enni (+29mila) a fronte di 53mila ultracinquantenni in meno. Al netto della componente demografica, sottolinea Istat, il tasso di occupazione cresce soprattutto tra i minori di 35 anni mentre nella fascia 50-64 anni la variazione tendenziale si ferma a +1,6%.
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