Lo studio EY ‘Seize the Change – futuri sostenibili’ si focalizza su 5 temi principali che misurano dal punto di vista quantitativo e qualitativo come le aziende italiane si posizionano in termini di piani strategici di sostenibilità, cambiamenti climatici, catena di fornitura, finanza sostenibile ed economia circolare. A sottolineare come le aziende italiane stiano accelerando verso la sostenibilità, sono i dati emersi dal report EY ‘Seize the Change – futuri sostenibili’. Il report da oltre cinque anni analizza i più rilevanti trend di sviluppo sostenibili per le aziende italiane, rappresentando un importante momento di confronto per il sistema produttivo e i suoi attori. La nuova edizione del report ha preso in esame oltre 300 aziende di diversi settori analizzate con due diversi metodi. Un centinaio di queste sono state esaminate attraverso survey e altre 203 quotate con analisi desk sulle informative non finanziarie. “La sostenibilità è un percorso che si sta evolvendo da una sola prospettiva di transizione energetica ed ecologica ad una completa trasformazione della società, delle aziende e delle persone. Ma solo insieme governi, leader, aziende e consumatori potranno ricostruire un circolo virtuoso di fiducia che impatti positivamente sulla società. Ora è fondamentale rimanere focalizzati sull’execution di una transizione sostenibile che sia misurabile e dai tempi certi, sfruttando l’opportunità di accelerazione offerta dal Pnrr in Italia”, ha commentato Massimo Antonelli, ceo di EY Italia e coo EY Europe West. Lo studio EY ‘Seize the Change – futuri sostenibili’ si focalizza su 5 temi principali che misurano dal punto di vista quantitativo e qualitativo come le aziende italiane si posizionano in termini di piani strategici di sostenibilità, cambiamenti climatici, catena di fornitura, finanza sostenibile ed economia circolare. Il primo dato significativo è che il 69% delle aziende selezionate nella survey ha sviluppato un piano di sostenibilità e nel 44% dei casi ha previsto un piano strategico con obiettivi quantitativi. Per contro, solo il 35% delle aziende ha definito le tempistiche per il raggiungimento degli obiettivi, mentre il 15%, che attualmente non ha un piano di sostenibilità, dichiara di averne previsto lo sviluppo.
Dall’analisi desk emerge che il 57% delle aziende quotate fornisce una descrizione qualitativa e/o quantitativa del proprio piano di sostenibilità (+7% rispetto al 2019). Tra le indicazioni generali del report emerge che il 19% delle aziende selezionate ha accelerato la transizione verso modelli più sostenibili in considerazione dei cambiamenti portati dalla pandemia, che per il 32% dei casi non ha in alcun modo ridimensionato i progetti e le attività previste dal piano di sostenibilità aziendale e solo il 12% delle aziende ha invece riscontrato ripercussioni sull’avanzamento delle attività. I 2/3 del totale delle aziende considerate nell’analisi desk dichiara di aver strutturato un organo interno di governance che riporta al cda sui temi di sostenibilità. Per contrastare il cambiamento climatico l’agenda dell’Ue prevede la riduzione entro il 2030 del 55% delle emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990 ed entro il 2050 il raggiungimento della neutralità climatica. Le aziende devono quindi mettere in atto azioni virtuose per abbattere le emissioni. In questo senso appare confortante il dato emerso dallo studio: il 79% ha definito un piano industriale che comprende azioni significative in grado di portare a considerevoli riduzioni di emissioni di CO2. Il 61% di queste aziende ha definito obiettivi di riduzione delle emissioni legate a importanti modifiche del proprio modello di business o del processo produttivo.
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