Malgrado il vincolo a estrarre solo gas e non petrolio e una riduzione delle aree idonee del 50% su terra e dell’89% in mare, di fatto il piano firmato da Cingolani non rallenta la corsa agli idrocarburi. Cancellate solo le aree dove non c’è gas, nessun limite o orizzonte temporale alla produzione. Così il Mite spiana la strada al raddoppio della produzione nazionale di gas. Il Ministero per la Transizione Ecologica ha pubblicato il Pitesai, ovvero il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee. Tra gli obiettivi del governo Draghi c’è anche il raddoppio della produzione interna di gas. Saranno concesse nuove autorizzazioni, ma verranno prese in considerazione solo le richieste arrivate dopo il 2010, proprio perché quelle precedenti sono ritenute non più compatibili con le nuove regole dell’impatto ambientale e con una disciplina in continuo aggiornamento e cambiamento. La Basilicata è tra 15 regioni candidate. Qui già ora si concentra la maggiore produzione di gas, seconda solo all’Emilia Romagna. Un approccio diametralmente opposto a quello suggerito da Legambiente, Wwf e Greenpeace, le 3 maggiori ong ambientaliste che proprio il ministero aveva coinvolto nel processo di definizione del Pitesai fin dal 2019. Secondo le associazioni, il Mite avrebbe dovuto impedire il rilascio di nuove autorizzazioni e indicare un termine ultimo per ogni attività estrattiva. Inoltre, avrebbe dovuto stralciare subito alcune aree, tra mare e terra, dove la produzione è residuale (si estrae solo il 4% della produzione nazionale di gas, pari a 3 mld di m3) o sono limitrofe a zone protette ed ecosistemi fragili.
Intanto l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa in una lunga nota ha ripercorso tappe e stato dell’arte: «L’approvazione da parte del governo del Pitesai, il Piano per la Transizione energetica sostenibile delle aree idonee, ha riacceso i toni del dibattito, a più voci, sulle scelte del governo regionale in campo energetico. Siamo tutti consapevoli che ora si giocano le partite decisive per il futuro della nostra regione. Energia e ambiente sono cruciali e il modo in cui queste si intersecheranno traccerà gli scenari della Basilicata dei prossimi decenni. Noi abbiamo detto la nostra sin da subito. Infatti, dal primo momento, la posizione del governo Bardi rispetto alle politiche energetiche è stata chiara: no a nuove trivellazioni, affrancamento dalle fonti fossili e investimenti rivolti all’innovazione. Chi dice il contrario non è stato un attento osservatore. Il Pitesai non ci ha colto di sorpresa. La Regione è intervenuta attivamente nelle fasi di redazione del documento, partecipando sia alla fase di VAS che successivamente. Nell’ambito del processo di Valutazione ambientale strategica (Vas), con forza è stata sottolineata l’indisponibilità del territorio lucano ad accogliere nuove attività petrolifere al di fuori delle concessioni già esistenti Val d’Agri e Gorgoglione. Anche in sede di Conferenza unificata, la Regione ha fatto valere le sue ragioni fornendo alcune preziose informazioni. In particolare, sono state accolte e, quindi tradotte nel documento definitivo:
– la richiesta di introdurre il vincolo di esclusione che tenga conto delle aree agricole servite da grandi impianti irrigui (come richiesto nel corso del procedimento di VAS);
– la richiesta di introdurre aree Buffer per alcune tipologie di vincoli di esclusione (dighe/invasi/laghi, bacini idrominerari e siti della Rete Natura 2000) se individuati con provvedimenti regionali;
– la richiesta di ulteriori criteri per la gestione delle Istanze e dei Titoli minerari vigenti ed in particolare: l’introduzione di una anzianità dell’istanza per il conferimento dei titoli minerari; l’introduzione di una anzianità del periodo di sospensione per i Permessi di Ricerca vigenti; una riduzione degli anni di improduttività delle concessioni minerarie esistenti oltre il quale considerare le concessioni non compatibili ai sensi dell’Art. 11-ter della legge 12/2019.
Con il pieno sostegno della Regione Basilicata è stata anche accolta dal Governo nazionale, dopo qualche tentennamento, la proposta delle Regioni di far proseguire le attività di ricerca nei permessi in essere, qualora ricadenti in aree idonee, esclusivamente per l’individuazione di riserve di gas e non anche di quelle di petrolio. A tal proposito, evidenziamo che il Piano già esclude, dopo la sua adozione la presentazione, anche nelle aree idonee, di nuove istanze di permessi di prospezione e di ricerca di petrolio. Abbiamo pertanto mantenuto la promessa fatta ai lucani: non ci saranno nuove estrazioni di petrolio oltre le concessioni già esistenti. La Basilicata, dunque, mai come in questa occasione è stata parte attiva delle politiche nazionali. Le immagini di una Basilicata completamente zona idonea per il gas è errata poiché non corrispondente alla realtà dei vincoli esistenti nella nostra Regione e che già inibiscono i permessi di prospezione e ricerca. Stiamo provvedendo ad inoltrare al Mite le correzioni necessarie e con le quali emergerà la reale situazione delle aree verdi non idonee. Ed in ultimo, ricordiamo, oltre gli inutili allarmismi, che tutte le attività devono essere comunque autorizzate dalla Regione. Anche sull’altro grande tema, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, non abbiamo agito in solitudine, chiedendo e ottenendo l’interesse degli stakeholder nel processo di condivisione delle proposte progettuali indirizzate alle due mission: Rivoluzione Verde e Transizione ecologica (Missione 2) e Istruzione e ricerca Componente 2: Dalla ricerca all’impresa (Missione 4). Ricordiamo ai distratti le due assemblee plenarie sul Pnrr, che hanno registrato circa 150 collegamenti online, a cui sono state invitate tutte le forze politiche, compresi i consiglieri regionali. Non tutti, però, hanno colto lo scopo delle iniziative: un importante momento di sintesi sugli obiettivi che volevamo centrare. Gli stessi stakeholder, rappresentanti del mondo istituzionale, delle imprese, della ricerca e dell’Università, sono stati protagonisti per il ruolo fondamentale che stanno ricoprendo nell’analizzare e valutare le proposte da candidare alle risorse del Pnrr. Al momento, dopo una ricognizione dei bandi ministeriali, la Regione Basilicata sta partecipando, direttamente o indirettamente con gli enti di ricerca, Università e altre istituzioni operanti sul territorio, per le tematiche ambientali a diversi avvisi pubblici.
Attraverso l’analisi, lo studio e l’elaborazione delle proposte operati dai quattro tavoli tematici (Economia Circolare, Fonti rinnovabili, Idrogeno, Tutela del Territorio), costituiti dagli stakeholders istituzionali, sociali e imprenditoriali, possiamo dire che la Basilicata ha aderito a molti più bandi di quanto abbia fatto negli ultimi anni.
Anche solo per rendere merito a chi ha lavorato alle candidature, si possono citare alcune:
– “Avviso pubblico per la manifestazione di interesse per la candidatura di idee progettuali da ammettere ad una procedura negoziale finalizzata al finanziamento di interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione di siti per la creazione di ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno” – “Green Digital Hub Basilicata – CNR IMAA – attualmente in esecuzione II fase.
– Spoke “Uso sostenibile delle Georisorse” nell’ambito degli Ecosistemi dell’Innovazione M.U.R. con il progetto GREAT – proposto da CNR IMAA e INGV;
– in coordinamento e supporto agli Uffici speciali della Presidenza, progetto pilota finalizzato alla rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono e abbandonati;
– a supporto agli Uffici Speciali della Presidenza, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Attive, “Manifestazione di interesse per la selezione di proposte progettuali per la realizzazione di siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse”.
Di più. Il Dipartimento Ambiente, finalmente, si pone come coordinamento degli Enti territoriali coordinando e supportando i Comuni per la partecipazione ai bandi MITE per l’economia circolare. Coordina e supporta allo stesso modo Egrib. Tutti progetti che si innestano nella nostra strategia energetica su quattro punti cardine: mettere da parte il fossile e privilegiare le infrastrutture per la produzione di idrogeno “green” e “blu”; incrementare la competitività delle imprese in un nuovo ambito tecnologico che contribuisca al mantenimento e all’utilizzo sostenibile della biodiversità; utilizzare in modo sostenibile la risorsa acqua tramite la razionalizzazione e l’innovazione tecnologica degli impianti idrici e le biomasse con produzione di energia alternativa a circuito chiuso; il tutto al fine di costituire hub energetico lucano. Stiamo lavorando, e in silenzio. Alimentiamo il dibattito in corso ma con elementi precisi e non generalisti. Tutto ciò a dimostrazione che non ci siamo distratti. Anzi, siamo sul pezzo proprio per non mancare gli obiettivi di sviluppo che il Pnrr si pone».
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