Nel primo mese del 2022, l’Istituto di statistica stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, abbia registrato un aumento dell’1,6% su base mensile e del 4,8% su base annua. A trascinare l’inflazione i beni energetici che passano dal +29,1% di dicembre a +38,6%, “con quelli della componente regolamentata che schizzano da +41,9% a +94,6%” spiega l’Istat, con minori rincari sui prezzi dell’energia non regolamentata (da +22,0% a +22,9%) (qui tutte le misure del decreto bollette stabilite dal governo per contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia). Tassi in salita, anche se in misura molto minore, per i beni alimentari non lavorati (da +3,6% a +5,3%) e per i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3% a +3,6%) con un rallentamento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +1,5%). Sul versante delle città, la più conveniente è il capoluogo della Basilicata, Potenza con aumenti sul costo della vita per famiglia pari a 914 euro all’anno, poi Campobasso, +918 euro, e Vercelli, +937 euro. Sorprende tra le grandi metropoli l’incremento relativamente contenuto di Milano, con un’inflazione pari a +3,9%, al di sotto del livello medio nazionale del +4,8% di carovita, e con rincari in linea alle altre città, +1.130 a fronte di 1.126 euro di media. Sul podio dei Comuni più cari si posiziona al terzo posto Bologna, con una crescita del +5,8% dei costi, equivalente a 1.635 euro in più all’anno per una famiglia tipo. Pur con l’incremento maggiore tra le città in Italia, al secondo posto si classifica Piacenza, con un rialzo dei prezzi del 6,6% e una costi maggiori per 1.763 euro in media a famiglia. Mentre la città più cara d’Italia, con un tasso di inflazione +6,2%. è Bolzano, che fa registrate un aumento di spesa media annua per famiglia di 1.972 euro.
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