ll mondo condanna la Russia per l’attacco all’Ucraina, ma le sanzioni imposte al Paese guidato da Putin si ripercuoteranno molto pesantemente sulle imprese italiane. È l’allarme che arriva da Confartigianato che pone l’attenzione in particolar modo sui rischi per il nostro export. L’Italia è infatti al quarto posto, tra i Paesi dell’Ue, per il valore delle esportazioni sui mercati russo e ucraino: nel 2021, ha venduto prodotti per 9.809 milioni di euro complessivi e ne ha importati per 17.273 milioni di euro. Sempre nel 2021 nella moda siamo stati in testa ai Paesi Ue per l’esportazione in Russia per un valore di 1.346 milioni di euro. Un altro settore rilevante nelle esportazioni a Mosca, lo scorso anno, è stato quello dei mobili, con 333 milioni. Le risorse energetiche rappresentano un altro capitolo importante: nel 2021 l’Italia ha avuto un interscambio con la Russia di 7.696 milioni di euro di esportazioni e di 13.984 milioni di euro di importazioni, di cui il 55,3% è costituito da petrolio greggio e gas naturale per un valore di 7.726 milioni di euro. Per quanto riguarda l’Ucraina, le vendite di made in Italy nel 2021 ammontano a 2.113 milioni di euro, in crescita del 20,6% rispetto al 2019. Molto grave sarà poi l’impatto sulle piccole imprese: i settori italiani con la maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (soprattutto alimentari, moda, mobili, legno, metalli) vendono in Russia prodotti per 2.684 milioni di euro, pari al 34,9% delle nostre esportazioni nel Paese. Tra i prodotti italiani più apprezzati a Mosca vi sono macchinari e apparecchiature: nel 2021 ne abbiamo esportati per 2.147 milioni di euro (il 27,9% del made in Italy in Russia). Seguono poi la moda con il 17,5% del totale del nostro export in Russia, i prodotti chimici per 720 milioni di euro ( 9,4%), i beni alimentari e bevande per 635 milioni di euro (8,3%). Tra le regioni più esposte con esportazioni sul mercato russo vi è l’Emilia-Romagna, seguita da Veneto, Marche, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia. A livello provinciale, l’export manifatturiero in Russia pesa maggiormente a Vercelli, Fermo, Vicenza, Reggio Emilia, Frosinone, Treviso, Bologna e Piacenza. Secondo Confartigianato, ora rischiano di ripetersi le gravi conseguenze economiche che sono derivate dal conflitto russo-ucraino scoppiato nel 2014 con la crisi di Crimea. Le prolungate sanzioni economiche alla Russia, tra il 2013 e il 2021 hanno fatto calare del 22,2% l’export europeo verso Mosca, con una maggiore penalizzazione dell’Italia (-28,5%). In 8 anni le nostre vendite sul mercato russo hanno accumulato perdite per 24.712 milioni di euro, pari a 3.089 milioni di euro medi all’anno. Tra i prodotti maggiormente venduti dalle imprese italiane in Russia, la diminuzione è stata pesantissima per la moda (-41,8%), seguita dai macchinari (-25,8%). A livello territoriale, gli effetti più gravi in termini di crollo dell’export verso la Russia tra il 2013 e il 2021 si sono registrati in Abruzzo (-75,9%), nelle Marche ( -59,6%), in Toscana (-40,4%). Forti cali anche per Lombardia (-30,4%), Veneto (-26,2%) ed Emilia-Romagna ( -25,2%). A tal proposito si è espresso il Presidente di Confartigianato Marco Granelli che si è detto profondamente preoccupato per il conflitto in atto in Ucraina e per le drammatiche conseguenze per le popolazioni coinvolte. “Auspichiamo si possano recuperare rapidamente le ragioni del dialogo e riaffermare i valori della libertà e della democrazia per scongiurare effetti ancora più gravi per la vita delle persone, per la sicurezza e la stabilità sociale ed economica dell’Europa”, ha detto Granelli.