La situazione economica e imprenditoriale in Ucraina è “disastrosa. Le imprese vanno a singhiozzo. Qualcosa nella parte Ovest del Paese sta ancora funzionando, ma interi settori e filiere sono bloccati”. E’ quanto racconta all’Adnkronos Marco Toson, presidente di Confindustria Ucraina e console onorario d’Ucraina per Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, di ritorno da Leopoli. Nella città nell’Ovest del Paese Toson, in missione con il consolato ucraino, ha incontrato il vice primo ministro e altre autorità ucraine per preparare un piano per sostenere la popolazione in fuga e fornire merci e materiale alle imprese. La situazione è comune molto difficile. “Anche se il Paese è devastato, orgogliosamente resiste. Gli ucraini vogliono rimanere nella loro terra e non essere espropriati”, dice Toson. “Quando sono stato a Leopoli ci sono stati tre allarmi e un bombardamento di notte. Ci sono bombardamenti precisi di obiettivi non militari con lo scopo di creare paura e disorientamento fra le persone, per farle scappare”. Mentre la popolazione fugge, le imprese in Ucraina “hanno bisogno di tutto, dalle materie prime, all’energia, alle merci e ai prodotti che arrivano a singhiozzo o non arrivano proprio. Ogni azienda cerca di ovviare come può”, continua. Fra i settori “l’acciaio è fermo, nel legname funziona qualcosa”, mentre “c’è una ripresa nelle campagne. Fuori dai centri abitati l’attività agricola è ripresa e i contadini si sono rimessi in moto per cercare di non perdere la stagione. Registriamo la richiesta di macchinari per il settore agricolo”. Ma soprattutto “manca il personale”, con le aziende che hanno trasferito i dipendenti in altri territori o addirittura all’estero. “Tranne gli uomini che non possono uscire dall’Ucraina”, ricorda il presidente di Confindustria Ucraina. Nel Paese sono rimasti alcuni imprenditori italiani, “ma sono tutti in sicurezza nella parte occidentale”. Confindustria Ucraina ha creato un centro di emergenza per monitorare le perdite delle aziende italiane, le connessioni sulle filiere produttive e capire come e dove intervenire. “Stiamo cercando soluzioni con Paesi limitrofi, come la Romania”, dice Toson. Nella logistica, “che è il settore più martoriato, stiamo coordinando gli arrivi di materiali e supporti. Con il vice primo ministro stiamo organizzando dei cordoni umanitari verso le città più grandi come Kharkiv, Cherson e Mariupol”. Verso e non dentro, perché nelle città non si riesce ad arrivare. “Ma via treno portiamo merci e materiale verso le città, che poi al ritorno portano merci che possono essere vendute in Europa”, conclude Toson. Un modo per aiutare il Paese.
Scopri le ultime notizie in tempo reale. News e aggiornamenti su politica, cronaca, lavoro, economia, attualità e molto altro su www.supersud.it