Di Maria Caterina Bruno
L’Osservatorio Talent Venture ha pubblicato uno studio relativo all’andamento del tasso di immatricolazioni accademiche, basato sulle statistiche ministeriali annuali. Fino allo scorso anno, la pandemia sembrava avere in prima battuta avvicinato gli studenti e le studentesse a percorsi formativi del massimo grado di istruzione. Complice la possibilità di seguire lezione in didattica a distanza, ed essere alleggeriti dai costi di affitti e di spese accessorie necessarie alla vita fuori sede, gli atenei italiani – e principalmente meridionali – hanno registrato dei numeri più che soddisfacenti. Nell’anno accademico 2021-22 assistiamo invece a una contrazione di immatricolazioni del 5,2%, pari a 17mila studenti. Il report evidenzia anche la predilezione degli studenti per gli atenei privati, e l’involuzione del processo di crescita numerica degli atenei del Mezzogiorno. In particolare, tra gli atenei di medie dimensioni (tra i 2.500 e i 10mila immatricolati), l’Università di Salerno registra un -8% rispetto agli anni precedenti. Anche la città di Napoli presenta dei dati piuttosto allarmanti: l’Università L’Orientale cala a -14% , la Federico II – ateneo di grandi dimensioni – perde il 2%, e l’Università di Napoli Vanvitelli l’1%. In linea con l’incremento nazionale degli atenei privati, che vede la crescita del 2% per la Bocconi, del 5% per la Luiss, e dell’ 8% per la Iulm, anche il Suor Orsola Benincasa vede aumentare del 6 % il proprio tasso di immatricolazioni.
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