Per Pasqua è possibile replicare l’antica tradizione solidale di origine partenopea del caffè “sospeso” ovvero una tazzina di caffè già pagata lasciata da un avventore a beneficio di chi è bisognoso, con l’iniziativa di Intersos “Uovo sospeso”, una campagna dell’associazione che quest’anno assume un carattere particolarmente attuale: con 12 euro si può donare un uovo di cioccolato che verrà consegnato per Pasqua alle donne e ai bambini, molti arrivati dall’Ucraina nelle ultime settimane, ospiti degli spazi protetti gestiti dall’associazione. Nella Capitale, in rete con il Comune, Intersos dà supporto sociale alle persone scappate dalla guerra: nel quartiere di Torre Spaccata, il centro di cure primarie e accoglienza, Intersos24, fornisce consulenze, offre corsi di italiano, attività ludiche e facilita l’inserimento dei bambini a scuola. L’iniziativa è rivolta anche alle famiglie di cui Intersos si prende cura ogni giorno a Roma.
Sul campo intanto alcuni team di Intersos sono operativi già dall’inizio di marzo in Ucraina, Polonia e Moldavia. In Ucraina. A Leopoli, nell’Ucraina occidentale è attivo un servizio di assistenza agli sfollati interni e di sostegno alle strutture sanitarie locali a ridosso dell’area dei combattimenti, già sottoposte a una pressione insostenibile a causa dell’afflusso di sfollati e della carenza di medici, medicinali e materiale sanitario. I bisogni umanitari, sanitari ma anche di protezione, sono in crescita. Inoltre si lavora per supportare un ospedale oncologico e alcuni rifugi a Leopoli. Un’altra unità è presente a Vinnytsia, a 100 km da Zhytomyr, sia in città che nelle aree limitrofe, con attività di individuazione dei bisogni più urgenti, protezione e assistenza sanitaria. Una squadra di emergenza è arrivata anche ad Odessa per consegnare kit sanitari e rispondere ai crescenti bisogni della popolazione. In Polonia. Dal 3 marzo i team sono operativi in Polonia al confine con l’Ucraina, presso il punto medico nel centro di Korczowa, un centro commerciale trasformato in struttura di accoglienza con circa 2.000 posti. Da qui transitano ogni giorno migliaia di persone. Secondo gli ultimi dati, le persone in transito sul territorio polacco sono oltre 2,5 milioni. In coordinamento con associazioni e istituzioni locali gli operatori lavorano per garantire assistenza sanitaria e protezione. Il team sanitario svolge turni di 12 ore al giorno per dare assistenza alle persone più vulnerabili, il 40% delle quali è costituito da donne e bambini, soprattutto neonati. Molte sono le persone con disabilità e i pazienti oncologici. Le persone visitate manifestano una stanchezza estrema dovuta a più fattori: al lungo viaggio per raggiungere il Paese (in auto, a piedi, in treno, in pullman), al freddo e alla carenza di cibo e acqua. Il 26% degli assistiti non ha ancora raggiunto la maggiore età, ci sono bambine e bambini che non riescono più a parlare, traumatizzati dai bombardamenti e dalla fuga di massa. Tra loro, sono in leggero aumento i casi di minori stranieri non accompagnati. A causa del peggioramento della situazione nelle aree ad Est dell’Ucraina, meno persone riescono a fuggire, raggiungere Leopoli e varcare il confine. Ad un picco iniziale di transiti nel centro di Korczowa, che ha raggiunto le 6mila persone, è seguita una progressiva riduzione con arrivi che variano tra le 400 e le 500 persone al giorno. Lo stesso vale per i pazienti assistiti, ora circa un centinaio al giorno. I principali problemi clinici riscontrati sono relativi a malattie croniche come diabete, ipertensione, asma, ma anche a ferite da arma da fuoco o da residui di bombe esplose. Tra i più piccoli, invece, moltissimi sono i casi di infezione delle vie respiratorie. In Moldavia. Tra il 3 e il 4 marzo sono state avviate le prime attività in supporto alla popolazione in transito in Moldavia. La zona di lavoro è alle frontiere, a sud est del Paese. E’ attiva una clinica mobile per offrire assistenza medica di base ai rifugiati in transito nel punto di confine di Palanca, che dista soli 60km da Odessa. Qui, come nel vicino punto di frontiera di Tudora, è garantita, in collaborazione con UNHCR, attività di protezione, attraverso l’identificazione di casi vulnerabili, il reindirizzamento a servizi specifici, il supporto psicosociale diretto e l’informazione. Inoltre, visto il bisogno di molte persone di accedere a internet e fare telefonate una volta passato il confine, abbiamo installato un help desk dotato di un Wi-Fi Point, schede sim e un telefono a disposizione per chiunque ne abbia bisogno. Molte persone non hanno i documenti e questo rende impossibile identificare la relazione tra accompagnati e accompagnatori, soprattutto nel caso di bambini e bambine. Per scongiurare il rischio di traffico di esseri umani, lo staff ha iniziato una campagna di sensibilizzazione ai punti di frontiera invitando ad accettare passaggi solo da persone verificate. Il flusso di persone che attraversa questi valichi di frontiera è altalenante ed è legato a quanto avviene in Ucraina nelle zone a Sud del Paese, in particolare nelle aree di Mykolaiv, Kherson e Odessa. Secondo gli ultimi dati, le persone transitate dal territorio moldavo sono oltre 400mila, di cui il 40% ha intenzione di fermarsi nel Paese. I 3/4 dei rifugiati in Moldavia sono stati accolti in famiglia o tramite reti informali, mentre la parte restante è accolta in edifici messi a disposizione per l’accoglienza.