Un 2021 ottimo, con crescita dell’export a 7,5 miliardi, un 2022 per il quale le previsioni, nonostante il conflitto in Ucraina, restano molto positive: c’è dinamismo e ottimismo nell’industria orafa italiana, come dimostrano anche i numeri registrati nel report Club degli Orafi-Intesa Sanpaolo, che evidenzia inoltre come le difficoltà della pandemia abbiano fornito una spinta all’innovazione. In primo luogo, quella digitale. Una delle novità più interessanti del comparto, in questo ambito, è il progetto Vivi Oro, lanciato a marzo nel distretto aretino, il più grande d’Europa, una piattaforma che valorizza le aziende del territorio: «Un’idea nata durante la pandemia, che abbiamo sviluppato con i colleghi della consulta di Arezzo, con Confartigianato e Cna e il sostegno della Camera di Commercio – spiega Giordana Giordini, presidente della sezione Orafi di Confindustria Arezzo -. Vogliamo far riscoprire soprattutto ai giovani il valore e la bellezza della nostra oreficeria, far tornare il gusto di entrare in gioielleria. E potrà essere ampliato anche oltre la Toscana». «Il nostro business online si è arricchito di recente con il canale e-commerce in Italia e in Germania, e vedrà presto un’ulteriore evoluzione e ampliamento con il lancio del nuovo sito web nell’ultima parte dell’anno», aggiunge Marco Bicego, fondatore e direttore creativo del marchio omonimo, con sede nel distretto di Vicenza, e che ha appena lanciato Alta, la prima collezione di alta gioielleria: «Puntiamo anche sulla ricerca di nuove estetiche tecniche, stando sempre attenti però a conciliarle con il nostro savoir faire artigianale. Sul fronte della formazione abbiamo investito assumendo e formando nuove maestranze a rinforzo del nostro processo produttivo e introducendo in azienda profili e competenze per gestire data analytics, art creation e comunicazione», nota l’imprenditore.
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