Un Comune su 3 non ha ancora nominato un Rtd (Responsabile della transizione al digitale). Una figura manageriale apicale che ha, tra le principali funzioni, quella di garantire operativamente la trasformazione digitale della Pubblica amministrazione, coordinandola nello sviluppo dei servizi pubblici digitali e nell’adozione di modelli di relazione trasparenti e aperti con i cittadini. A evidenziarlo un dossier del Centro Studi Enti Locali (Csel), realizzato per l’Adnkronos, secondo cui questo tema deve essere affrontato con tempestività. “Si tratta di innovazioni talmente cruciali per il potenziale impatto positivo che potrebbero avere su tempi dei processi, semplificazione dei rapporti tra cittadini e Pa e interoperabilità dei sistemi, che preoccupa constatare che, alla data dell’ultima rilevazione (30 marzo 2022), ci fossero ancora 2.234 Comuni (circa 1 su 3) che ancora non ne hanno nominato uno”. I Responsabili per la transizione digitale sono globalmente 9.694, con un incremento di 1.795 unità rispetto allo scorso 31 ottobre. Premesso che ogni Regione e Città Metropolitana si è dotata di queste figure nel proprio organico, l’anello debole della catena degli enti territoriali sono proprio i Comuni e i loro Consorzi e Associazioni, fermi a quota 5.670 Rtd (+875 rispetto a ottobre 2021). Un ritardo che, oltre a costituire un freno per la diffusione di nuove soluzioni tecnologiche negli enti, costituisce una violazione di quanto previsto dall’articolo 17 del Codice dell’Amministrazione digitale che obbliga tutte le amministrazioni a individuare un ufficio per la transizione alla modalità digitale – il cui responsabile è, appunto, l’Rtd – a cui competono le attività e i processi organizzativi ad essa collegati e necessari alla realizzazione di un’amministrazione digitale e all’erogazione di servizi fruibili, utili e di qualità. Con la circolare n. 3 del 1° ottobre 2018, l’allora ministra per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, ricorda Csel, aveva esortato tutti gli enti pubblici ad attivarsi immediatamente per individuare al loro interno un Rtd. “Nel ribadire, quindi, l’urgenza della nomina – si legge in un passaggio del documento riportato da Csel – si ricorda che il Rtd rappresenta il punto di contatto con l’Agenzia per l’Italia Digitale e la presidenza del Consiglio dei ministri per le questioni connesse alla trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni, nonché per la partecipazione a consultazioni e censimenti previsti dal Piano triennale per l’informatica della pubblica amministrazione”.
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