La proroga del taglio delle accise sulla benzina, ma anche una sforbiciata di circa 30 centesimi sul prezzo di vendita del metano. Oltre un miliardo contro il caro materiali con la revisione dei prezzi per gli appalti, il prolungamento oltre il 30 giugno del termine per accedere al Superbonus per le villette, garanzie per la liquidità delle imprese. La limatura del nuovo decreto aiuti è andata avanti per tutta la giornata di mercoledì con la partecipazione attiva del premier Mario Draghi, dopo la negativizzazione del Covid. Il provvedimento, definito «complesso» anche in ambienti di governo, dovrebbe però arrivare in Consiglio dei ministri solo lunedì. Niente doppio step dunque ma un unico maxidecreto. Al suo interno entrerà anche il pacchetto energia con una semplificazione per le rinnovabili e un riferimento al carbone: quattro impianti esistenti mandati a regime (a tempo determinato). Intanto, aumenta il pressing dei partiti per mettere in campo più risorse dei 6 miliardi previsti. Dopo il leader leghista Matteo Salvini che chiede un maggiore impegno sul fronte del caro bollette, il segretario dem Enrico Letta fa appello ad un «intervento choc, di almeno 15 miliardi per continuare le misure che attenuano i costi energetici. Sei miliardi ci sono già, c’è un’altra parte che si può mettere in gioco lavrando sugli extraprofitti delle compagnie. E a questo si può aggiungere una parte di scostamento», spiega. Il decreto dovrebbe prevedere anche aiuti agli enti locali per sostenere il caro bollette e nuovi fondi per l’accoglienza dei profughi ucraini. Escluso l’innalzamento a 30 mila euro del tetto Isee per ottenere il bonus sociale: allargherebbe la platea attuale fino a un terzo delle famiglie, e «implicherebbe un onere molto elevato e di non facile copertura» per lo Stato, come spiega alla Camera il ministro dell’Economia Daniele Franco. Che prospetta, invece, «interventi mirati a sostegno delle fasce più deboli». Certo è che, in un momento storico in cui le emergenze sembrano aumentare di settimana in settimana, il governo continuerà a monitorare la situazione economica riservandosi di intervenire ancora a sostegno di famiglie e imprese. La speranza è di poter fare affidamento su una risposta comunitaria, una sorta di Recovery di guerra, ma in caso contrario con ogni probabilità si dovrà riconsiderare la possibilità di uno scostamento di bilancio. Nonostante le prospettive economiche dell’Italia, che, secondo Fitch, si sono «significativamente deteriorate» con la guerra in Ucraina e l’aumento dell’incertezza sulla traiettoria di medio-termine del debito pubblico. Nel pacchetto energia il piatto forte è lo snellimento degli iter autorizzativi per la produzione da eolico e fotovoltaico, ma i riflettori sono accesi anche sugli impianti a carbone la cui produzione potrebbe essere mandata a regime (massimizzata a tempo determinato). Sono quattro le centrali sotto i riflettori, con la possibile – conseguente – revisione delle tappe della decarbonizzazione. Per sganciarsi dalla dipendenza energetica da Mosca, sono molteplici le strade che l’Italia sta sondando: dalla geotermia ai parchi eolici galleggianti. Non ci sarebbe invece alcuna ipotesi di nominare un commissario all’energia, una richiesta degli operatori nel campo delle rinnovabili.
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