Il rialzo dei prezzi degli idrocarburi, sostenuti dai migliori fondamentali e da un mercato corto del gas naturale, spingono i conti di Eni. Che arriva al giro di boa del primo trimestre con un utile netto di 3,27 miliardi di euro rispetto ai 270 milioni del primo trimestre 2021. L’utile operativo adjusted, depurato delle partite straordinarie, risulta quadruplicato rispetto al dato fatto registrare nei primi tre mesi dello scorso anno e si attesta a 5,19 miliardi a fronte dei 3,87 miliardi del 2021, in crescita del 300 per cento. A trainare la performance del gruppo guidato da Claudio Descalzi sono i solidi risultati dell’E&P, l’esplorazione e produzione, il motore della macchina di Eni che continua a marciare a pieni giri e che ha chiuso il trimestre con un ebit adjusted di 4,38 miliardi, con un incremento di 3 miliardi sul dato dei primi tre mesi del 2021. E questo nonostante il leggero arretramento della produzione che registra un -5% con un livello pari a 1,6 milioni di barili. «Il trimestre è stato caratterizzato da rilevanti sviluppi strategici per Eni – spiega il numero uno di Eni, Claudio Descalzi, a valle della diffusione dei risultati -. Abbiamo concluso con successo l’iter di quotazione della nostra consociata upstream norvegese, Vår Energi, della quale adesso deteniamo il 64%, e abbiamo lanciato con BP l’operazione di integrazione dei rispettivi rilevanti portafogli upstream in Angola. Plenitude, la nostra controllata che integra le energie rinnovabili con il retail gas&power, procede verso la quotazione entro il 2022, subordinata alle condizioni di mercato ed abbiamo annunciato la prossima costituzione di una impresa per la Mobilità Sostenibile che combinerà le nostre bioraffinerie, il nostro network di punti vendita multi-prodotto, multi-servizio e la relativa clientela. Abbiamo completato con successo l’offerta iniziale di sottoscrizione presso il listino londinese delle azioni di Neoa, un veicolo che identificherà opportunità di acquisizioni nei settori della decarbonizzazione e transizione energetica». Descalzi ripercorre poi le scelte messe in campo dal gruppo anche rispetto all’impatto del conflitto in Ucraina e mette in fila la ricerca, al fianco del governo, di fornitori alternativi rispetto al mercato russo del gas. «Abbiamo reagito con rapidità alle mutate condizioni del mercato energetico facendo leva sulla dimensione globale del nostro settore upstream e sulle consolidate relazioni con i Paesi produttori per identificare nuove opportunità di forniture per l’Europa, incrementali e alternative a quelle esistenti», rammenta il ceo.
Scopri le ultime notizie in tempo reale. News e aggiornamenti su politica, cronaca, lavoro, economia, attualità e molto altro su www.supersud.it