L’ultimo Decreto Aiuti del Governo non ha convinto pienamente Confindustria. Del provvedimento – ha dichiarato il presidente Carlo Bonomi prima dell’assemblea di Federalimentare – “non ci convince la parte relativa al fatto che si affrontano i temi più importanti con i bonus e le una tantum. Noi abbiamo proposto degli interventi strutturali perché riteniamo che sia il momento per intervenire in questo modo sui gap decennali del Paese”. “C’è comunque una parte che ci convince – ha aggiunto – che è il tentativo di sburocratizzare le pratiche legate alla realizzazione dei nuovi impianti di rinnovabili”. Bonomi ha quindi parlato dello stato dell’economia del Paese. “Nel primo trimestre avevamo detto, con il Centro Studi Confindustria, che avremmo rallentato con il PIL in zona negativa dello 0,2% e purtroppo abbiamo avuto ragione. Vuol dire che ci stiamo mangiando l’effetto trascinamento del rimbalzo del 2021 e questo è un dato che ci deve preoccupare”. “Il timore è che nel secondo trimestre del 2022 gli effetti della guerra si faranno sentire ancora in maniera più forte”, ha spiegato il presidente di Confindustria, portandoci verso una “recessione tecnica. Stimiamo che la ripresa” ai livelli del “pre pandemia avverrà, a questo punto, solo nel 2023”. “Noi abbiamo firmato un accordo interconfederale nel 2018, il famoso patto per la fabbrica, nel quale ci siamo dati l’impegno per misurarci sulla rappresentatività. Non siamo stati noi a fermare l’accordo”, ha affermato il leader degli industriali rispondendo alla “richiesta urgente” della Cgil di una legge sulla rappresentanza. In merito alla possibilità, sottolineata dall’analisi del sindacato, che la proliferazione dei Ccnl destrutturi il sistema negoziale ed eserciti una pressione verso il basso sui salari, Bonomi ha affermato che “al Cnel sono depositati oltre 900 contratti, ma andiamo a vedere chi li ha firmati e non è certo Confindustria. Io vorrei che qualcuno andasse a vedere, per esempio sui metalmeccanici, quanti contratti ci sono e quali sindacati li hanno firmati. Perché poi si scopre qualcosa di interessante”. Infine un’ultima battuta sul confronto a distanza della scorsa settimana scorsa con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. “Noi abbiamo fatto una proposta affinché chi ha un reddito di 35mila euro percepisca 1.223 euro. Si tratta una mensilità in più e di fronte a una proposta del genere mi aspetterei che tutti fossimo d’accordo. Il ministro Orlando la scorsa settimana ha detto che avrebbe fatto una proposta, ma io non l’ho ancora ricevuta. Attendo fiducioso perché immagino sia migliorativa”, ha dichiarato Bonomi.
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