La Commissione europea ritiene giustificato un nuovo stop del Patto di Stabilità e crescita per tutto il 2023. “L’accresciuta incertezza e i forti rischi al ribasso per le prospettive economiche nel contesto della guerra in Ucraina, gli aumenti senza precedenti dei prezzi dell’energia e le continue perturbazioni della catena di approvvigionamento giustificano l’estensione della clausola di salvaguardia generale” che sospende gli obblighi del Patto “nel 2023”, si legge nelle raccomandazioni del pacchetto di primavera del semestre europeo. La clausola sarà disattivata “a partire dal 2024”. Come chiarito dal vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, la sospensione non significa comunque “un libera tutti”. Per questo la Ue manda comunque i suoi avvisi ai Paesi membri, a partire dall’Italia. Secondo Bruxelles, “il rapporto tra debito pubblico e Pil ha iniziato a diminuire nel 2021 e si prevede un ulteriore declino, ma rimane un rischio per la sostenibilità fiscale, il settore finanziario e la crescita economica”. “L’Italia – ribadisce la Commissione – sta vivendo squilibri eccessivi. Le vulnerabilità riguardano l’elevato debito pubblico e la debole crescita della produttività, in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze dei mercati finanziari, che hanno rilevanza transfrontaliera”.
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