Entro il 2026 l’area su cui sorgeva l’ex fabbrica Fibronit di Bari, nel quartiere Japigia, diventerà un parco, finanziato con 14,5 milioni di euro (3,5 stanziati dalla Regione Puglia e altri 11 dal Pnrr).
Lo stabilimento – chiuso nel 1985 – che per decenni ha disperso nell’aria fibre di amianto causando centinaia di morti, tra lavoratori e residenti del quartiere, è stato oggetti di una lunga e complessa bonifica, iniziata nel 2005 e conclusa nel 2016, e ora su quei terreni, sui quali c’è un vincolo di inedificabilità, Comune e Regione, su impulso del Comitato cittadino Fibronit, stanno progettando il “Parco della rinascita”. “Rinascita morale e civile di questa città – ha detto il presidente del Comitato, Nicola Brescia – , perché costituisce il risarcimento per chi ha pagato con la vita la presenza della Fibronit e perché è il risultato di anni di lotta dei cittadini”. Dal 29 maggio e per tre domeniche saranno organizzate visite guidate su prenotazione nell’area dove sorgerà il giardino e poi, da settembre, le visite coinvolgeranno le scuole della città. Alla presentazione dell’iniziativa “Fibronit, il Parco che verrà”, hanno partecipato i componenti del Comitato, gli assessori comunali ai Lavori Pubblici e all’Ambiente, Giuseppe Galasso e Pietro Petruzzelli, il presidente della Regione Michele Emiliano e Michele Buono, il marito di Maria Maugeri, l’allora assessora comunale all’Ambiente, scomparsa prematuramente, alla quale sarà dedicata un’area del parco. “E’ in corso una interlocuzione con Terna, proprietaria degli edifici dismessi accanto al parco, perché prevediamo una seconda fase di riqualificazione dell’area, dopo la realizzazione del parco – ha spiegato l’assessore Galasso – , con il recupero degli immobili”.
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