Il turismo continua il faticoso ma costante processo di “guarigione” dal ciclone Covid che lo ha travolto più di altri settori economici e cerca anche di alzare l’asticella dei risultati. A chiamare alla carica è il ministro Massimo Garavaglia, a San Ginesio (Macerata) per un convegno sul prestigioso premio “Best Tourism Village” che il borgo machigiano ha ricevuto dall’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni unite. “Il turismo volano dell’economia nazionale lo è davvero, con un minimo di organizzazione – dice – possiamo passare dal rappresentare il 13% del Pil al 20%. È un obiettivo ambizioso ma raggiungibile”. “La stagione estiva – spiega – si annuncia molto positiva per l’Italia, intanto perché sono tornati gli stranieri come americani e tedeschi e poi perché gli italiani, nei due anni di Covid, hanno riscoperto il Paese e hanno deciso di trascorrere qui le vacanze”. Il ministro ha spiegato che “a livello europeo gli italiani sono i cittadini che, per le vacanze, escono meno dal proprio Paese”. Sul fronte del rincaro dei prezzi che sta toccando anche il settore turistico, Garavaglia ha fatto notare che “si tratta di un fenomeno inevitabile. È un effetto della guerra e non possiamo far altro che sperare che il conflitto termini presto e che il rincaro dei prezzi sia soltanto una bolla momentanea”. I dati positivi effettivamente continuano ad arrivare dopo le buone performance di Pasqua, 25 aprile e 1 maggio. Sia Confcommercio che Federalberghi fanno rosee previsioni sul break del 2 giugno, primo “ponte” vero e proprio della primavera dato che cade di giovedì. Senza contare gli escursionisti, in giornata per Federalberghi saranno circa 13 milioni di italiani in partenza e per l’osservatorio Confcommercio-Swg saranno almeno 9 milioni i nostri connazionali in viaggio, ma con un bel margine di ulteriore miglioramento, dato che altri 4,3 milioni non escludono di prendere qualche giorno di ferie e potrebbero prenotare last minute. “Un risultato positivo e in linea con la propensione, che da qualche tempo si registra, a superare le molte incertezze del momento, tornando in vacanza” secondo Confcommercio. “Dopo il periodo drammatico della pandemia, con l’angoscia del conflitto in Ucraina, la nostra gente – sottolinea il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – ora ha voglia di evadere, di lasciarsi alle spalle la cupezza e il pessimismo che la diffusione del Covid 19 aveva generato negli animi di tutti. Resta il dramma di coloro che non partiranno per problemi economici (34%) e l’impegno deve essere ecumenico. Noi faremo la nostra parte, ma politica e istituzioni dovranno tenere conto del fatto che la vacanza è un bene primario per tutti”. Secondo entrambe le associazioni la maggior parte dei viaggiatori rimarrà in Italia: per Federalberghi quasi il 90%, per Confcommercio il 95%. Il mare soprattutto, ma anche montagna, parchi, città d’arte e bellezze naturali le destinazioni prescelte, il più vicino possibile alla propria regione di appartenenza. Per coloro che invece andranno all’estero in pole position sono le grandi capitali europee, ma anche il viaggio in crociera. Secondo Federalberghi la spesa media pro-capite, comprensiva di viaggio, alloggio, ristorazione e divertimenti, si attesterà sui 447 euro di cui 389 per chi rimarrà in Italia e 856 per chi andrà oltre confine. La permanenza media si attesterà sulle 3,9 notti per un giro d’affari turistico di circa 5,67 miliardi di euro. La gran parte della spesa dei viaggiatori sarà destinata ai pasti (28,8%). Per Confcommercio la durata media sarà di 3 giorni e la spesa a testa quasi 460 euro. Per cene, pranzi e aperitivi durante la vacanza Fipe Confcommercio prevede una spesa totale che va da 860 milioni a 1,3 miliardi di euro, confermando la ristorazione come componente importante dell’offerta turistica.