«Secondo l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale in Italia servono almeno 100mila figure specializzate», a ribadirlo è Massimo Palermo, country manager per Italia e Malta di Fortinet, multinazionale californiana leader nel comparto delle contromisure tecnologiche (detiene un terzo del mercato mondiale dei firewall). Per Palermo: «100mila non sembra un numero azzardato, se si considera che l’Italia è il terzo paese al mondo più colpito da attacchi ransomware». Il dato è desunto dall’ultimo rapporto di Fortinet dal titolo eloquente: “2022 Cybersecurity Skills Gap”. Un’analisi che ha coinvolto 1.223 manager di altrettante società in 29 paesi e che ha messo a nudo carenze plateali nei sistemi di autoprotezione del sistema pubblico e privato di tutto il mondo. E Palermo continua: «Nel 2021 sono stati registrati a livello mondiale oltre 2mila attacchi informatici gravi con un aumento del 10% rispetto al 2020. il nostro rapporto ha accertato che il 64% delle imprese da noi interpellate è stata vittima di un aggressione di questo tipo. Un altro 38% ha dichiarato di avere subito effrazioni che sono costate loro più di un milione di dollari». Gli attacchi informatici sembrano essere aumentati moltissimo in coincidenza con la pandemia. Non è un caso che in Italia il 30% delle imprese dichiari di avere difficoltà a trattenere i talenti acquisiti. In altri termini è in atto una vera e propria lotta ad accaparrarsi le poche competenze e le migliori risorse. Noi stiamo puntando molto su un progetto che abbiamo battezzato Network security expert che ha otto livelli di certificazione: i primi tre sono di cultura applicata, poi mano a mano che si arriva al livello otto si giunge alle super e mega competenze.
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