Con la benzina sopra 1,9 euro al litro, l’approssimarsi della data di scadenza del taglio delle accise (l’8 luglio) e la prospettiva della messa al bando del greggio russo, il tema del caro-carburanti torna al centro del dibattito, con la possibilità di un nuovo intervento del governo. A far preoccupare nell’immediato è la nuova fiammata dei prezzi della benzina, che nonostante il taglio delle accise in vigore, al display del distributore continua a salire. La verde in modalità self è arrivata a toccare 1,914 euro/litro (per il servito è oltre 2 euro) e il diesel a 1,831. L’ultimo taglio delle accise deciso dal governo, che ha ridotto di oltre 30 centesimi il prezzo della benzina verde, è stato prorogato fino all’8 luglio. Il governo non si è ancora mosso, ma la sottosegretaria all’economia Maria Cecilia Guerra ha già fatto sapere che un nuovo intervento è «molto probabile», anche perché con l’aumento dei prezzi aumenta anche il gettito dell’Iva e il governo non intende metterlo nelle casse dello Stato, ma usarlo «per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo». Bisognerà verificare se l’extragettito Iva sarà sufficiente a finanziare la proroga. E soprattutto per quanti mesi. Finora il governo ha già varato due decreti ministeriali e due decreti legge, per complessivi 3,36 miliardi. Il meccanismo è quindi già impostato e se si decidesse di replicare, è probabile che intervenga nel solco dei precedenti provvedimenti, stanziando circa un miliardo al mese. Se il governo optasse per estendere la misura per tutta l’estate servirebbero altri due miliardi. Mentre per arrivare fino alla fine dell’anno ne servirebbero oltre cinque.
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