“I rincari dei carburanti registrati nelle ultime settimane in Italia potrebbero portare il conto totale della stangata per gli italiani a oltre 10,7 miliardi di euro tra effetti diretti e indiretti legati all’aumento dei listini” della rete dei distributori. Lo afferma Assoutenti che ha realizzato una simulazione per capire l’impatto sulla collettività del caro-benzina. “Il governo – osserva Assoutenti – deve intervenire ora; si attivino l’Antitrust, mister Prezzi e la commissione Allerta rapida sui prezzi per analizzare la filiera dei carburanti”. Rispetto ai prezzi medi nazionali in vigore sulla rete a maggio 2023 – rileva Assoutenti – “la benzina costa oggi +13,2 centesimi al litro equivalenti a +6,6 euro a pieno. Il gasolio è rincarato di +17,7 centesimi al litro, pari a +8,9 euro a pieno. Considerata una media tra i due carburanti e nell’ipotesi di 2,5 pieni al mese ad autovettura, l’aggravio di spesa con i listini attuali raggiunge i +232,5 euro all’anno a famiglia solo per la voce rifornimenti. Ma i rialzi alla pompa hanno effetti anche sul tasso di inflazione, considerato che in Italia l’88% della merce viaggia su gomma”. Con l’ipotesi di “un impatto del caro-carburanti pari al +0,6% sul tasso di inflazione, le ricadute sulle famiglie italiane sarebbero pari a +4,75 miliardi di euro all’anno solo per i maggiori costi sulla spesa quotidiana determinati dai rialzi dei listini alla pompa. Una famiglia tipo si ritroverebbe così a spendere tra effetti diretti e indiretti in totale circa 417 euro all’anno in più a causa dei rincari dei carburanti, con una stangata per la collettività pari a complessivi 10,7 miliardi di euro”. “Il governo non può rimanere a guardare e deve intervenire per evitare l’ennesima stangata sulle tasche degli italiani, che avrebbe effetti deprimenti su redditi e consumi – afferma il presidente di Assoutenti Furio Truzzi – è chiaro che i cartelloni col prezzo medio scattati lo scorso agosto hanno un mero effetto informativo e non certo dissuasivo. Chiediamo un intervento di Antitrust, mister Prezzi e commissione Allerta rapida sui prezzi affinché sia realizzata un’analisi dettagliata sulla formazione dei listini di benzina e gasolio dall’estrazione alla vendita alla pompa, e un taglio immediato delle accise perché è immorale che lo Stato si arricchisca grazie alle sofferenze economiche dei cittadini”.
Il punto del Governo
Sulla riduzione delle accise “ricordo che Draghi prese questa misura eccezionale a fronte del prezzo di benzina e gasolio che aveva raggiunto i 2.20. Siamo ben al di sotto di quella soglia”. Lo ha ribadito il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in una intervista a “Il Giornale”. Parlando dei prezzi dei carburanti e delle accise, il ministro ha ricordato come “in generale il prezzo industriale, cioe’ deputato dalle accise, e’ in Italia, per la prima volta, il piu’ basso d’Europa. Cio’ significa che le nostre misure sono risultate pienamente efficaci”. Urso ha ribadito come “trasparenza, monitoraggio e controlli sono gli strumenti che abbiamo in un sistema di mercato e li abbiamo utilizzati appieno. Va comunque sempre ricordato che i prezzi dei carburanti hanno cominciato a salire da quando l’Opec+, il cartello dei Paesi arabi piu’ la Russia, ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile”. “L’esposizione del cartello medio – ha spiegato Urso – ha consentito ai consumatori di scegliere in piena consapevolezza dove rifornirsi, facendo nel contempo emergere i pochi casi anomali. Poi si e’ capito che era il frutto di un contratto capestro con il rifornitore. Purtroppo i primi che dovrebbero attenersi alla realta’ sono quei giornalisti che hanno titolato ‘benzina a 2.70’, quando era solo in un distribuire su 22 mila presenti nel nostro territorio. La cattiva informazione danneggia tutti: i gestori additati come speculatori ma anche gli utenti. Anche a questo serve il cartello: a smentire subito la falsa informazione”.