di Giovanni Gioioso
Aprire un’attività, mentre centinaia di aziende chiudono non è certo una cosa semplice. Nonostante i numeri non siano incoraggianti ci sono alcuni giovani lucani che decidono di investire e di non abbandonare la propria terra, quella Basilicata che ben prima della odierna crisi economica figlia della pandemia, mostrava tutte le sue difficoltà ad essere lavorativamente attrattiva. Dario Piscinelli ha realizzato il suo sogno e ci racconta la sua storia.
«Ho deciso di aprire ex novo un pastificio ad Accettura e di intraprendere questo percorso sfidando la sorte. Utilizziamo semola di grano dura locale, per locale, intendo grano lucano. Tutti i prodotti sono trafilati al bronzo e a lenta essiccazione, il nostro fiore all’occhiello sono gli gnocchetti sardi e sostanzialmente si tratta di una pasta secca che, però, ha le caratteristiche di una pasta fresca e quindi è consigliabile, ad esempio, nel mondo della ristorazione. Penso già al prossimo step con la produzione integrale e con tipologie di pasta speciale: al pistacchio, al tartufo, al peperone crusco … Per quanto riguarda il commercio e la distribuzione mi sono affidato ad alcune piattaforme con canali di distribuzione all’estero, puntiamo a farci apprezzare e conoscere in Basilicata mediante canali di distribuzione interna ed estendere il nostro raggio. Incontriamo il favore dei potenziali partner commerciali e le risposte sono molto positive».
Come è nata l’idea di aprire un’attività in questo complesso momento storico ed economico?
«Certamente l’odierno momento storico non agevola le imprese e gli operatori commerciali ma ho deciso di mettermi in gioco. Caparbietà e determinazione mi hanno accompagnato sin dal primo momento, unitamente al sostegno della mia famiglia che ha creduto in me e nel mio progetto, non facendomi mai mancare il giusto sostegno che un ragazzo di venticinque anni dovrebbe trovare all’interno delle mura domestiche».
Il logo cosa rappresenta?
«Il logo ritrae l’immagine stilizzata di una signora anziana intenta ad impastare e richiama l’arcaica e fiera tradizione contadina lucana, quando la pasta veniva prodotta in casa. Ho cercato di riproporre una scena di vita quotidiana tipica del passato ed in via residuale anche dei tempi moderni».
La Basilicata soffre un costante spopolamento: oltre ad aprire un’attività la vera scommessa è in primis quella di non emigrare?
«La Basilicata è notoriamente terra di emigrazione, specialmente quella giovanile, pur essendo ricca di opportunità e di risorse. Sono molto legato alle mie origine e al mio territorio: ho deciso di investire qui e di non emigrare. Il costante spopolamento è sicuramente un problema e riguarda in particolar modo le aree interne, mi auguro che la mia iniziativa possa spingere tanti altri giovani lucani a credere nei propri sogni e nei propri progetti, decidendo di realizzarli in Basilicata e non altrove. Immagino una Regione economicamente attrattiva e stimolante, dinamica ed aperta alle grandissime sfide economiche che ci attendono. La comunità di Accettura e quelle dei paesi limitrofi hanno accolto con grande entusiasmo questa apertura e ringrazio tutti per le manifestazioni di stima e di affetto ricevute, un ringraziamento particolare lo rivolgo al primo cittadino di Accettura, Alfonso Vespe per il sostegno espresso».