di Giovanni Gioioso
Quest’anno l’aiuto per i figli, in base ai dati dell’ultimo osservatorio Inps, ha raggiunto 5,59 milioni di famiglie, con 8,89 milioni di figli a carico nel complesso, per un totale di 13,4 miliardi di euro erogati solamente nei primi nove mesi. Come stabilito dal Dlgs 230/2021 che disciplina la misura universale di sostegno alle famiglie, l’ammontare destinato ai genitori è correlato all’andamento dell’inflazione e va adeguato ogni anno al costo della vita. Per capire cosa aspettarsi, basta fare qualche rapido calcolo. Oggi gli importi dell’assegno unico variano dalla quota minima di circa 54 euro al mese a quella massima di 189,20 euro per ogni figlio. La legge di Bilancio dello scorso anno ha poi stabilito che per i figli di età inferiore a un anno e per le famiglie composte da 3 o più figli fino al terzo anno di ciascun figlio (con limite Isee di 40mila euro) scatta un’ulteriore maggiorazione del 50% che porta l’assegno a un massimo di 262,5 euro al mese. A causa dell’inflazione rilevata nel 2023 , gli importi saranno rivisti nuovamente al rialzo. Lo scorso gennaio l’aumento era stato dell’8,1%, un tasso record a causa dell’impennata dei prezzi al consumo registrata nel 2022. Il nuovo tasso di rivalutazione, che si applicherà a partire dalla mensilità di gennaio per tutte le mensilità del 2024, al momento non è ancora noto. Generalmente viene diffuso con comunicato dell’Istat a gennaio, ma non dovrebbe essere dissimile alla percentuale di variazione definita per il calcolo della perequazione delle pensioni. Quest’ultima è stata determinata in misura pari al +5,4 % dal 1° gennaio 2024 con il decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze del 27 novembre scorso (pari alla variazione degli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati tra il periodo gennaio-dicembre 2022 e il periodo gennaio-dicembre 2023, ipotizzando per i mesi di ottobre, novembre e dicembre un trend rispettivamente pari a -0,1; -0,2 e +0,1). La quota base – che già oggi arriva al 47% dei figli beneficiari – scatterà sotto la soglia Isee di 17.090,61 euro (rispetto agli attuali 16.215 euro) e, quindi, raggiungerà una platea più ampia di nuclei familiari. Sotto questa soglia il contributo massimo aumenterà di circa 10 euro: da 189,2 a 199,4 euro per figlio. La quota minima, invece, scatterà oltre i 45.575 euro di Isee , ormai ben sopra i 40mila di Isee inizialmente stabiliti dal Dlgs 230/2021. E in questo caso il contributo, riconosciuto anche in assenza di Isee, arriverà così a sfiorare i 57,2 euro per ciascun figlio. Infine, l’adeguamento si applica anche alle maggiorazioni: ad esempio quella per il secondo percettore (riconosciuta quando entrambi i genitori hanno un reddito da lavoro), per i beneficiari della quota massima salirà a 34,15 per ciascun figlio.