di Daniela Mariano
La recondita bellezza del sud Italia, come spesso accade anche nel resto del Paese, è velatamente nascosta anche nelle storie di paesi abbandonati, le cosiddette città fantasma; completamente svuotate della popolazione in periodi e per motivi diversi, sono pronte ad accogliere nuova vita ed energia attraverso il turismo e la settima arte, il cinema. Il 14 giugno alle 20.10, in “Ghost town” su Rai5, il programma dedicato ai borghi abbandonati, l’attore e fotografo Sandro Giordano ha accompagnato gli spettatori alla scoperta di Romagnano al Monte, paese in provincia di Salerno profondamente danneggiato dal terremoto in Irpinia nel 1980, che lo costrinse all’abbandono da parte degli abitanti, trasferiti poi in un nuovo centro a pochi chilometri di distanza. È la sorte che lega questi borghi, vuoti al primo sguardo, ma rivelandosi in un attimo pieni di fascino e cultura; possono essere rivissuti in un’atmosfera di quiete apparente, avvolti da un assordante silenzio carico delle emozioni e delle vicende che spaziavano dalla vita quotidiana fino alla storia stessa dei popoli. È la sorte anche di Craco, comune in provincia di Matera che ha vissuto momenti di rilievo storico e, trasformatosi in città fantasma, è pronto a viverne altri, in modi diversi. Le origini di Craco possono essere datate già intorno all’VIII – VII secolo a.C. e probabilmente sono stati popoli greci a colonizzare l’area collinare per trovare rifugio dalla malaria. In seguito, è accertata la presenza di insediamenti bizantini intorno al X d.C. che diedero una spinta propulsiva all’agricoltura e conseguentemente anche allo sviluppo sociale e demografico della zona. La struttura attuale del centro storico è risalente alla seconda metà del 1100, periodo feudale di origine normanna, con il torrione centrale attorno a cui si sviluppava l’abitato. Un secolo dopo, con Federico II di Svevia, Craco viene esaltata come importante presidio militare, grazie alla sua posizione dominante sulla valle e sui fiumi Agri e Cavone, che insieme alla torre normanna e ad altre fortificazioni rappresentava un cordone di protezione per i ricchi centri al di là dell’Agri. Alla fine del 1200 diviene sede delle Universitas, e intorno al 1400 la sua struttura urbana si arricchisce e si espande intorno a quattro palazzi: Palazzo Maronna, Palazzo Grossi, Palazzo Carbone e Palazzo Simonetti. Attraversando la storia feudale e passando sotto l’egida di diverse signorie, alla fine del 1700 la popolazione di Craco partecipa ai moti rivoluzionari in nome della Repubblica Napoletana. Agli inizi del 1800 il borgo fu investito, come tantissimi altri comuni lucani, dal fenomeno del brigantaggio e fu vittima delle scorribande dei noti Carmine Crocco e José Borjes; si distinse anche il brigante Giuseppe Padovano, detto il cappuccino per via dei suoi studi giovanili presso il monastero di Craco, che elevandolo dalla media culturale dei fuorilegge suoi pari gli permisero di spiccare nella zona del crachese e del pisticcese. Ma il vero declino di Craco e i semi dell’abbandono risalgono agli anni Sessanta del Novecento, quando il comune è stato vittima di un importante evento franoso, che ha costretto all’allontanamento della popolazione e il trasferimento degli abitanti in un nuovo insediamento a valle. Nel 1972 un’alluvione ha spento le speranze di rientro nell’abitato, e infine il terremoto del 1980 ha dato definitivamente un nuovo nome a Craco: quello di città fantasma. Il borgo nel 2010 è entrato nella lista dei monumenti da salvaguardare del World Monuments Fund, e nel 2011 opere di messa in sicurezza hanno permesso di organizzare visite guidate fino alla piazza principale. Nel 2012 un nuovo itinerario permette ai turisti di addentrarsi nel nucleo del centro storico, in una passeggiata che permette di conoscere i palazzi nobiliari, la chiesa madre e la torre normanna, il monastero e le reliquie di San Vincenzo Martire. Poi c’è il MEC, il museo emozionale di Craco, emozioni trasmesse anche negli elementi della tradizione e della cultura degli abitanti del paese, ferme nel tempo, appena prima del forzato esodo. Oltre a essere ricercata meta turistica, lo spettacolare scenario offerto dal borgo immobile e silente, immerso nei Calanchi, spesso si trasforma anche in un set cinematografico, per produzioni italiane e internazionali: tra i film scelti per girare delle scene a Craco, per citarne alcuni, ci sono: Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, Terra bruciata con Raoul Bova, La Passione di Cristo di Mel Gibson, Quantum of Solace, capitolo della saga dedicata alla celeberrima spia 007 con protagonista Daniel Craig. Senza dimenticare uno spot girato per la nota marca Pepsi Cola destinato al mercato giapponese, e il film Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo: commedia brillante che ripercorre le straordinarie bellezze del territorio lucano, tra cui Craco non poteva proprio mancare.