di Giovanni Gioioso
Lei è un volto nuovo, alle spalle non c’è una precedente esperienza amministrativa a livello comunale o per l’appunto regionale, come è nata questa candidatura?
“Ritengo che questa candidatura sia arrivata al momento giusto del mio percorso di vita, con una sana motivazione e con un corretto senso di consapevolezza della difficoltà e della responsabilità. Nella vita di ciascuno di noi c’è uno spartiacque, un momento che deve segnare necessariamente un cambiamento. Ho deciso di accettare di buon grado questa sfida perchè voglio rendermi protagonista in primis di un percorso che passa dall’attività politica, con la voglia di misurarmi e di mettermi in gioco provando a toccare i limiti oltre i quali posso spingermi e provando a contribuire concretamente ad attenzionare le esigenze della mia terra partendo dalla mia comunità, Pescopagano. Qui ho tenuto a battesimo la mia campagna elettorale e parto da questa macro area, frontaliera con l’Irpinia, un luogo meraviglioso e dalle grandi potenzialità non ancora espresse che può brillare di luce propria”
Una domanda che sicuramente avrà ricevuto più volte riguarda la scelta del partito: perchè con la Lega?
“Credo fortemente nel progetto di Matteo Salvini, vicepremier e ministro. Credo fortemente nelle sue capacità e nel buon lavoro posto in essere in questi anni, nel suo modo di affrontare le sfide del nostro Paese. Una sua espressione fin dal primo istante ha catturato la mia attenzione: Viva l’Italia dei Si!. Il nostro è sicuramente un Paese che ha bisogno di si. Un Paese che deve poter competere con le altre potenze europee, che guardi ad un futuro di innovazione. Questo passa dal welfare, dai trasporti, dai cantieri, dagli investimenti in ricerca, dalle opportunità occupazionali. Salvini parla al futuro mentre altri si fermano al presente rimanendo ancorati al passato per paura di alzare l’asticella. Ho dunque accettato questa sfida e rivendico con convinzione la scelta della Lega”
Un giudizio sul quinquennio di Vito Bardi?
“Il lavoro portato avanti da questa amministrazione uscente è stato di qualità con provvedimenti storici che hanno mitigato il caro vita dei lucani sfruttando al meglio le ricchezze del nostro territorio, non solo gas ma anche acqua. Al netto delle difficoltà legate al Covid durante la prima parte della consiliatura ritengo che il centrodestra abbia fatto bene ed è giusto dare nuovamente fiducia al presidente Bardi con l’imprescindibile protagonismo della Lega”
Dal centrosinistra, però, sono numerosi e quotidiani gli attacchi al centrodestra: dalla sanità ai trasporti passando per lo spopolamento
“Devono fare campagna elettorale, più che proporre si limitano a sterile populismo da social network. Ad ascoltarli attentamente pare abbiano una soluzione per tutto. Mi domando ironicamente dove sono stati in tutti questi anni? Il dato certo è che nel corso delle ultime settimane hanno offerto uno spettacolo di pessimo gusto per la lotta alla candidatura alla guida di una coalizione dal perimetro incerto”
Cosa immagina per il futuro della Basilicata?
“Saranno 5 anni importanti, spopolamento e crisi occupazionale sono le vere emergenze e sullo sfondo vi è un Pnrr da portare a piena valorizzazione. Dobbiamo crederci e abbiamo tutte le carte in regola. Sanità e infrastrutture sono le principali richieste dei cittadini e da queste bisogna partire senza tralasciare l’importanza del turismo. L’Unibas resta il primo argine per accrescere innovazione e ricerca e per mitigare lo spopolamento, occorre investire di più per potenziare i servizi agli studenti e l’orientamento nelle scuole superiori della Basilicata e delle zone di confine, penso all’Irpinia, alla murgia barese, alla zona settentrionale della provincia di Cosenza, al Vallo di Diano. Perchè il nostro Ateneo non si rivolge solo ai lucani, anzi deve puntare sempre più ad estendere il proprio raggio di azione e in questo la facoltà di medicina è sicuramente fondamentale. Bisogna inoltre puntare sulle Academy Aziendali per collegare scuola e Pmi operanti sul territorio, in particolar modo gli istituti tecnici per formare le figure professionali del domani che possano avere un rapido ingresso nel mondo del lavoro permettendo alle aziende che ospitano ora, di trattenere in futuro. Studio e lavoro spingono i giovani ad andare fuori. Bisogna incidere di più e meglio sulla fascia di età 16 – 25”
Lei ha parlato di internazionalizzazione dell’agroalimentare lucano, pensa sia effettivamente realizzabile?
“Si. La Basilicata ha ottime realtà imprenditoriali, più che internazionalizzare il prodotto che magari è già conosciuto all’estero, bisogna internazionalizzare il metodo delle nostre Pmi. Piccole eccellenze a gestione familiare restano ancorate al territorio in cui operano. Dalla pandemia i dati afferenti all’export dell’agroalimentare lucano segnano una costante crescita. Per aprirsi ai nuovi mercati, in particolar modo quelli extra UE, è necessario studiare il tipo di domanda e di consumatore, l’offerta più adeguata e l’adeguamento stesso dell’etichettatura, la promozione commerciale e numerose altre attività di carattere formativo. Tante piccole ma le eccellenti realtà lucane non sono pronte ma potrebbero esserlo nei prossimi anni con delle risorse ad hoc per accompagnarne l’internazionalizzazione. La mia idea è quella di destinare risorse ed avviare progetti pilota con uno sportello e convenzioni con la Camera di commercio e la grande distribuzione organizzata”.
Una politica più rosa, la Basilicata è pronta?
“Ad oggi no. Mi auguro possa esserci un cambio di passo. La politica ha bisogno di donne che possano portare sensibilità diverse su alcuni temi come asili nido, servizi per l’infanzia, sostegno alla maternità. Donne e uomini hanno pari dignità, non solo in politica. Ma in quest’ultima le difficoltà sono doppie per le donne, la nostra società deve aprirsi ad un cambio di mentalità”.