di Daniela Mariano
“Tutti i comuni della Basilicata sono uguali e meritano lo stesso rispetto, senza una strategia complessiva e un nuovo ‘Patto Sociale’ si mette a rischio la tenuta economica e l’unità della nostra regione”, tuonava il consigliere regionale Luca Braia (Italia Viva). “Con 5 mesi di ritardo, dopo 30 giorni di gestione provvisoria, ricorderemo solo il ‘salva Potenza’, emendamento dell’ultimo minuto, approvato da una ‘minoranza trasversale’. Si è certificata ancora una volta la ‘fine politica’ di una maggioranza che si ritrova nel voto finale, forse solo perché consapevole che, se così non fosse stato, concludere la legislatura ora potrebbe non portarli più al Governo della regione. Molti consiglieri di maggioranza dovrebbero spiegare alle lucane e ai lucani, ai materani in particolare, il proprio voto contro o l’astensione, tattiche strumentali e contraddittorie, al più importante provvedimento da 40 milioni di euro a favore della città di Potenza per poi votare a favore del bilancio complessivo, che rende quella risorsa ufficialmente assegnata anche grazie a loro. La coerenza nelle proprie posizioni è alla base della credibilità, pur non condividendo il merito di quella di alcuni colleghi. Il Presidente Bardi con la sua maggioranza ora, a 22 mesi da fine legislatura, provino almeno a cambiare passo istituendo un tavolo concertativo permanente con tutti gli stakeholder regionali. Si scriva realmente il nuovo ‘Patto sociale’ fondamentale per una Basilicata del futuro, mediterranea, green e accogliente.” “Io ho votato ‘No’ – rimarcava il consigliere Braia – il salva Potenza, a mio avviso, è una norma pensata male e costruita peggio, senza prevedere controlli periodici, che non chiede impegni al beneficiario, che concede altri 40 milioni di euro (dopo i 35 del 2015). Più accomodante Carlo Trerotola, consigliere di minoranza. “Sulla recente polemica circa l’emendamento Salva Potenza deliberato, con il mio voto favorevole dal Consiglio Regionale, mi preme precisare che soltanto nel 2015 la Regione Basilicata, a maggioranza centrosinistra, erogò al Comune di Potenza l’importo di € 31.090.475,00 per ripianare il dissesto finanziario e che in precedenza altri contributi straordinari a favore del capoluogo di regione erano stati stanziati dal massimo ente territoriale, tra cui uno di circa 10 milioni all’epoca il cui Sindaco di Potenza era Santarsiero e Presidente di Regione De Filippo. Successivamente al provvedimento a favore di Potenza, durante la legislatura guidata da Marcello Pittella, furono erogati contributi anche in favore di altri comuni lucani in stato di dissesto o di pre dissesto finanziario. Fu, in quella occasione, adempiuto un dovere che era – come lo è oggi – quello di aiutare i comuni ad uscire da una situazione finanziaria che avrebbe compromesso cittadini, famiglie e il piccolo commercio urbano, che avrebbe visto crescere in modo esponenziale le imposte comunali. Non si può e non si deve guardare – teneva e precisare Trerotola – al colore politico delle giunte comunali da salvare perché, sempre ed in ogni caso, gli aiuti vanno ai cittadini”. “Dio salvi la Regina è l’inno nazionale britannico che potrebbe essere mutuato dalla regione Basilicata in ‘Dio salvi il capoluogo di Regione’. È stato questo il nocciolo della manovra di bilancio approvata all’alba di oggi dopo la lunga maratona iniziata nei giorni scorsi. Il maxidebito di Potenza non è stato digerito bene all’interno della maggioranza tant’è che è risultato decisivo il soccorso di Mario Polese (Italia Viva), poi ringraziato con l’approvazione di un emendamento utile alla salvaguardia del Comune di Melfi. Questa è stata la linea del governatore per far digerire l’amaro boccone da 40 milioni di euro: distribuire mance utili a puntellare i voti positivi anche per i consiglieri di maggioranza più riottosi (come quella di 800 mila euro per il tribunale Lagonegro). Interessante la posizione ambigua del presidente Bardi che, alla domanda specifica su dove sono stati reperiti i soldi per Potenza, non ha saputo dare una risposta chiara ed inequivocabile”, commentavano tra ironia e rassegnazione i consiglieri regionali del M5s Gianni Leggieri, Carmela Carlucci e Gianni Perrino. “Inutile dire che la nostra proposta di istutuzione di un fondo regionale di rotazione per assicurare la stabilità finanziaria degli Enti locali è stata cassata senza mezzi termini. Chiedevamo di istituire un fondo di rotazione a servizio degli Enti locali in grado di assicurare la stabilità finanziaria in tutti quei casi di dichiarazione di predissesto e dissesto finanziario evitando, pertanto, l’attribuzione di ingenti importi a fondo perduto, come ad esempio il fondo salva Potenza, che, oltre ad essere un esempio sbagliato e controproducente di “assistenzialismo pubblico” a scapito di tutti quei comuni virtuosi e parsimoniosi, si pone in netto contrasto con i principi di imparzialità e buon andamento della P.A. (art. 97 Cost) e con le norme statali in materia di dissesto finanziario degli enti locali, nonché attuative del federalismo fiscale”.