di Daniela Mariano
La Giornata Internazionale dell’Acqua, ogni 22 marzo, è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della risorsa idrica “stritolata” dai cambiamenti climatici, dall’inquinamento e da un utilizzo poco virtuoso per promuoverne la gestione economicamente sostenibile e attenta. Quest’anno il tema nonchè lo slogan scelto dalle Nazioni Unite è “Sfruttare l’acqua per la pace“. Un messaggio che offre numerose riflessioni e chiavi di lettura in un periodo storico segnato da conflitti bellici di portata internazionale e guerre civili con l’accesso alla risorsa idrica, intesa come bene primario, sempre più complesso. Sfugge spesso dalla percezione di molti di noi, almeno nella nostra quotidianità, che l’acqua è prima di tutto un dono della natura, di cui noi usufruiamo non solo direttamente per bere e lavarci, ma anche per nutrirci, perché sempre grazie all’acqua viene coltivato il cibo che percorre l’intera catena alimentare. Più di tre miliardi di persone nel mondo dipendono dall’acqua che attraversa i confini nazionali, tuttavia, solamente 24 paesi hanno accordi di cooperazione per la gestione delle risorse idriche condivise. Come sottolineato sul sito delle Nazioni Unite in merito alla Giornata Mondiale dell’Acqua 2024: “Dobbiamo agire partendo dalla consapevolezza che l’acqua non è solamente una risorsa da sfruttare e conquistare, ma è un diritto umano fondamentale, indispensabile per ogni aspetto della vita. In occasione di questa Giornata, è imperativo unire le forze intorno all’acqua e utilizzarla come strumento per promuovere la pace, gettando così le basi per un futuro più stabile e prospero.” L’agenda 2030 elenca una serie di azioni da attuare per tutelare l’acqua e nella Giornata mondiale è fondamentale ricordarle. Piccoli accorgimenti come ridurre il tempo sotto la doccia o mentre si lavano i piatti, possono fare la differenza. Le istituzioni però devono fare la propria parte. Guardando in casa nostra, nonostante l’Italia sia uno dei paesi più piovosi in Europa, la rete idrica è obsoleta e risale a circa 50 anni fa, questo determina ingenti perdite d’acqua pari al 40%. Il consumo a persona è di 220 litri, superiore alla media europea. La Basilicata, regione italiana leader nella fornitura d’acqua, soffre di problemi alla rete idrica con un tasso di dispersione del 62%, il più alto della penisola. Visti i numeri e la portata dell’emergenza il Pnrr rappresenta una imperdibile occasione di ammodernamento delle infrastrutture.