di Daniela Mariano
L’edicola storicamente rappresenta un luogo del cuore e l’edicolante, talvolta, tende ad assumere addirittura le connotazioni di una persona familiare. Attento alle attitudini di lettura dei propri clienti, finanche degli orientamenti politici e delle passioni dei propri clienti in base alle testate giornalistiche periodicamente acquistate. L’epoca dei chioschi, delle strutture in lamiera e degli strilloni pare consegnata al passato e ad un’epoca che difficilmente tornerà.
Secondo i dati resi noti da Unioncamere-InfoCamere, infatti, a fine settembre 2023 i punti vendita di giornali e periodici si basavano su 13500 localizzazioni mentre a settembre 2019 erano oltre 16mila. Numeri allarmanti che certificano una crisi profonda, basti pensare che nell’arco di quattro anni sono sparite quasi 2700 edicole, una perdita che coinvolge tutta Italia, da Nord a Sud, e che mette in evidenza come la crisi dell’editoria non abbia risparmiato i giornalai, ultimo anello di una catena che da tempo chiede ai vari governi che si sono susseguiti di intervenire con strumenti incisivi. Ma la vera domanda è: come immaginare un futuro per delle attività, ad oggi, in caduta libera e strette da un lato dalla digitalizzazione e dall’altro dalla crisi economica e dall’inflazione? Per la Snag, in primis, sono prioritari gli aiuti pubblici per sostenere dei presidi di cultura e di informazione. Poi occorre investire in tecnologia e in servizi: l’edicola del futuro è un luogo dove si può effettuare lo stallo di un ordine online, pagare il bollo auto, la bolletta e ricaricare la carta prepagata. Aumentare i servizi per aumentare il flusso di clienti seguendo un modello già proposto dall’Anci. La situazione attuale non sorride certamente alle edicole che per sopravvivere devono necessariamente aggiornare la propria offerta.