di Daniela Mariano
Nel 1905, il primo ministro italiano Giuseppe Zanardelli intraprese un viaggio significativo in Basilicata, un territorio affascinante e ricco di storia ma spesso trascurato dai centri di potere del paese. Questa visita non solo rappresentava un’importante opportunità di confronto con la realtà locale, ma anche un segnale forte di attenzione verso le esigenze delle comunità meridionali. L’arrivo di Zanardelli fu accolto con grande entusiasmo dalla popolazione, desiderosa di vedere un rappresentante del governo nazionale interessato alle problematiche locali. Durante il suo soggiorno, il primo ministro visitò diverse città e paesi, tra cui Matera, Potenza e Melfi, luoghi simbolo di una regione che, pur con le sue difficoltà, custodiva un patrimonio culturale e storico di grande valore. Uno dei temi centrali della visita fu la questione delle infrastrutture. Zanardelli era consapevole che per favorire lo sviluppo economico e sociale del Meridione fosse fondamentale migliorare le comunicazioni e i trasporti. Durante i suoi incontri con amministratori e cittadini, emerse la necessità di investire in strade e ferrovie, per collegare le aree interne ai principali centri urbani. Il primo ministro promise interventi concreti, cercando di incoraggiare una visione di futuro per una regione spesso relegata ai margini delle politiche nazionali. La visita di Zanardelli fu anche un’occasione per affrontare questioni legate all’agricoltura, una delle principali risorse economiche della Basilicata. Il primo ministro si mostrò particolarmente interessato alle innovazioni agronomiche e alla possibilità di sostenere i contadini locali con nuove tecniche e finanziamenti. In un periodo in cui il Mezzogiorno lottava contro povertà e disoccupazione, le parole di Zanardelli suscitarono speranze per una trasformazione economica duratura. Incontri e dibattiti pubblici si svolsero in vari luoghi, con la partecipazione attiva della cittadinanza. Zanardelli ascoltò con attenzione le istanze dei lucani, che espressero le loro preoccupazioni riguardo alla mancanza di opportunità e all’emigrazione, un fenomeno che stava colpendo duramente la regione. Il premier cercò di infondere un senso di fiducia e ottimismo, sottolineando l’importanza di un’unità nazionale capace di abbracciare anche le periferie. La visita si concluse con una cerimonia a Potenza, dove Zanardelli ribadì il suo impegno per il Meridione. Le sue promesse, seppur ambiziose, furono accolte con cautela, ma rappresentarono un passo importante verso una maggiore attenzione verso le necessità del Sud Italia. Oggi, a distanza di oltre un secolo, quella visita rimane un momento simbolico nella storia della Basilicata. Rappresenta non solo un tentativo di riscatto per una regione spesso dimenticata, ma anche un esempio di come la politica possa entrare in contatto diretto con la vita dei cittadini, ascoltando le loro voci e rispondendo alle loro esigenze. Zanardelli, con il suo sguardo lungimirante, ha tracciato un percorso che continua a ispirare il dialogo e il confronto sul futuro della Basilicata e del Mezzogiorno d’Italia.