La chiusura della quasi totalita’ delle attivita’ di commercio ambulante su aree pubbliche in conseguenza dell’emergenza coronavirus – 176.000 imprese con circa 400.000 tra titolari, dipendenti e collaboratori su un totale di 183.000 – comportera’ per il settore, se non si riapre entro luglio, una perdita di oltre 10 miliardi di euro con il rischio che un terzo delle sue imprese chiuda definitivamente (circa 60.000). Se mercati e fiere non riaprono in tempi brevi, seppur con gradualita’ e rispettando tutti i protocolli sanitari, il settore rischia il tracollo. Perche’ le imprese non sono strutturate sul piano economico per sopravvivere in queste condizioni e il danno lo pagheranno anche le famiglie e i consumatori che non avranno piu’ un servizio utile e di prossimita’ che questa tipologia di vendita ha sempre assicurato in tutte le citta’: e’ quanto si legge in una nota di Fiva-Confcommercio, federazione italiana dei venditori ambulanti.