Archiviato il Decreto Rilancio, il cantiere di lavoro del Governo si sposta sul fronte degli appalti. Il decreto legge semplificazioni, che potrebbe arrivare nel giro di una quindicina di giorni, conterra’ infatti una serie di norme per ridurre i tempi di realizzazione delle opere. Un vero e proprio Piano di rilancio dei cantieri e del lavoro, annuncia il viceministro delle infrastrutture grillino Giancarlo Cancelleri, ispirato al modello Genova, ovvero alla possibilita’ di derogare al Codice degli appalti. Tema che, tuttavia, desta non poche preoccupazioni, con i sindacati edili gia’ pronti alla mobilitazione. “Per un’Italia in piena crisi abbiamo scritto il Piano di rilancio cantieri e lavoro che sblocca e velocizza cantieri fermi da tempo, nuove opere strategiche e manutenzione in tutto il territorio”, annuncia Cancelleri su twitter, sottolineando la necessita’ per gli appalti di “norme piu’ snelle per piccole e grandi opere”. Il modello, spiegava Cancelleri in una conferenza stampa del 5 marzo, e’ quanto fatto col decreto Genova, mettendo i poteri in capo ad un commissario: l’idea sarebbe di partire dalle opere stradali e ferroviarie gia’ previste dai contratti di programma di Anas e Rfi, nominando commissari straordinari gli attuali a.d. delle due societa’, Massimo Simonini e Maurizio Gentile. La necessita’ di ridurre i tempi di realizzazione degli interventi infrastrutturali, in un’Italia che conta – stimava l’Ance a marzo – circa 700 opere pubbliche bloccate per 62 miliardi, di cui 16 miliardi al Sud, e’ ribadita anche dalla ministra Paola De Micheli, che conferma l’arrivo a breve (“sara’ di veloce emanazione”) del decreto legge semplificazioni, che conterra’ appunto “disposizioni finalizzate a superare le criticita’ di tipo interpretativo e applicativo delle discipline vigenti”. Se l’obiettivo e’ chiaro, restano tuttavia da sciogliere alcuni nodi. Ad esempio sul ruolo dei funzionari e dirigenti pubblici, avverte la ministra della P.a Fabiana Dadone: va trovata la giusta formula – sottolinea – per evitare che, viste le responsabilita’ che ricadono su di loro, ritardino di firmare o proprio non sottoscrivano determinati atti, soprattutto quando si tratta di appalti. C’e’ poi la questione delle deroghe al Codice degli appalti, su cui si sono sollevate gia’ nei mesi scorsi molte voci contrarie: dall’Ance, che si e’ appellata al premier Conte per esprimere il proprio ‘no’, all’Anac che ricorda come nel Codice ci siano gia’ molte procedure veloci, ma spesso poco note. Dietro l’angolo c’e’ il rischio corruzione, avverte anche il Pd, che con il ‘modello Genova’ vede profilarsi una nuova Tangentopoli. Contrari anche i sindacati edili, che sono pronti ad un confronto se si vuole migliorare davvero il Codice, ma “se qualcuno pensa di approfittare della pandemia” per modifiche o deroghe e “ridurre le tutele dei lavoratori”, avvertono FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, sara’ mobilitazione.