Per il settore “wedding” ci sara’ un piano straordinario di sostegno: lo ha annuncia il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Convincere le persone a non rimandare il matrimonio all’anno prossimo – spiega – potrebbe essere importante. Se noi riuscissimo a gestire un aiuto concreto alle coppie che si vogliono sposare, inducendole a fare l’investimento generale, sarebbe perfetto e auspicabile. Insomma anche la Regione Puglia partecipa al regalo di nozze per i giovani sposi”. Oggi sono iniziati i lavori, in videoconferenza, del Tavolo di lavoro del comitato tecnico scientifico per la riapertura in sicurezza delle attivita’ di ristorazione, wedding ed entertainment. E’ cominciato il lavoro di confronto e di consultazione tra la task force regionale e le associazioni di categoria, circa 60, per arrivare a regole condivise che si tradurranno in linee guida regionali, con tutte le prescrizioni necessarie di misure igienico-sanitarie sia per gli esercenti che per i clienti. Il Comitato accompagnera’ per un anno la Puglia in questo lavoro di monitoraggio, sottoponendo quindi a verifica tutto quello che accade in piena liberta’, producendo atti e documenti. “Quello che stiamo facendo oggi insieme – commenta il governatore Michele Emiliano – rappresenta uno sforzo enorme per tutti noi. Oltre 60 persone collegate tra rappresentanti di diversi settori della ristorazione, del wedding, dell’entertainment. Siamo consapevoli che tutte le decisioni da prendere in questa fase 2 devono essere prese dal basso, condividendole con tutti coloro che poi dovranno metterle in pratica. Altrimenti qualunque soluzione e’ sbagliata, anche la piu’ giusta di tutte. La riunione di oggi serve anche a trovare un metodo di lavoro, perche’ e’ la prima volta che anziche’ ragionare con dirigenti della sanita’, delle attivita’ produttive o della cultura, io sto ragionando con i cittadini. Dobbiamo verificare – ha continuato – se le regole che in maniera unitaria in tutta Italia stanno funzionando nei settori di competenza di questo gruppo di lavoro, si adattano o non si adattano alla nostra realta’ economica”.